Eurozona: a settembre produzione industriale -0,4% su mese e -6,8% su anno
Eurozona: a settembre produzione industriale -0,4% su mese e -6,8% su anno


Secondo quanto comunicato dall’Eurostat, a settembre la produzione industriale destagionalizzata è diminuita dello 0,4% nell'eurozona ed è rimasta invariata nell'UE, rispetto ad agosto 2020. Ad agosto 2020 la produzione industriale era cresciuta dello 0,6% nell'area dell'euro e dello 0,9% nell'UE. A settembre 2020 rispetto a settembre 2019, la produzione industriale è diminuita del 6,8% nell'area dell'euro e del 5,8% nell'UE.



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Nell'eurozona a settembre, rispetto al mese precedente, la produzione di “beni di consumo durevoli” è diminuita del 5,3%, l'energia dell'1,0%, mentre la produzione di “beni intermedi” è aumentata dello 0,5%, i “beni capitali” dello 0,6% e i “beni di consumo non durevoli” del 2,1%. Nella UE, la produzione di “beni di consumo durevoli” è diminuita del 3,9%, l'energia dello 0,7%, mentre la “produzione di beni intermedi” è aumentata dello 0,6%, i “beni capitali” dell'1,2% e i “beni di consumo non durevoli” dell'1,4%. Tra gli Stati membri, per i quali sono disponibili dati, le maggiori diminuzioni sono state osservate in Italia (-5,6%), Irlanda (-4,7%) e Portogallo (-3,8%). Gli aumenti maggiori si sono registrati in Repubblica Ceca (+4,1%), Slovacchia (+3,4%) e Polonia (+3,1%). La Germania ha fatto registrare un +1,7% e la Francia un +1,5%.
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Nell'area dell'euro a settembre 2020, rispetto a settembre 2019, la produzione di “beni strumentali” è diminuita del 13,3%, l'energia del 4,5%, i “beni intermedi” del 3,7%, i “beni di consumo durevoli” dell'1,7% e i “beni di consumo non durevoli” dell'1,5%. Nell'UE, la produzione di “beni strumentali” è diminuita dell'11,9%, l'energia del 4,8%, i “beni intermedi” del 2,8% e i “beni di consumo non durevoli” dell'1,7%, mentre la produzione di “beni di consumo durevoli” è aumentata dello 0,7%. Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili dati, le maggiori diminuzioni sono state osservate in Irlanda (-13,6%), Germania (-8,7%), Francia e Paesi Bassi (entrambi -6,1%). Gli unici aumenti sono stati osservati in Polonia (+3,3%) e Portogallo (+2,5%). L’Italia si è attestata ad un -5,1%.

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