Prezzi import prodotti industriali: a dicembre +0,5% su mese
Prezzi import prodotti industriali: a dicembre +0,5% su mese


Il rialzo del dollaro, che si è acuito dopo l’elezione di Trump, ha avuto il suo effetto sulle materie prime e tutte le trattative di import, con il risultato di far lievitare i costi, almeno per quanto riguarda chi opera al di fuori dell’eurozona. Secondo quanto comunicato dall’ISTAT, a dicembre 2016 l’indice dei prezzi all’importazione dei prodotti industriali aumenta dello 0,5% rispetto al mese precedente e dell’1,6% nei confronti di dicembre 2015. L’indice dei prezzi all’importazione dei beni di consumo segna a dicembre 2016, rispetto al mese precedente, un aumento dello 0,2% per il mercato totale e per l’Area euro e un aumento dello 0,3% per l’Area non euro. Rispetto a dicembre 2015 si ha una diminuzione dello 0,5% per il mercato totale, dello 0,7% per l’Area euro e dello 0,2% per l’Area non euro. Il raggruppamento dei beni strumentali, in termini congiunturali, presenta una variazione nulla per il mercato totale e per l’Area non euro mentre diminuisce dello 0,1% per l’Area euro; in termini tendenziali l’indice aumenta dello 0,3% per tutte e tre le aree (mercato totale, Area euro e Area non euro). Per i beni intermedi l’indice dei prezzi registra, in termini congiunturali, un aumento dello 0,2% sia per il mercato totale che per l’Area non euro mentre aumenta dello 0,1% per l’Area euro; rispetto a dicembre 2015 l’indice registra una diminuzione dello 0,3% per il mercato totale, dell’1,1% per l’Area non euro e un aumento dello 0,3% per l’Area euro. L’indice dei prezzi all’importazione relativo all’energia registra, rispetto al mese precedente un aumento del 2,1% per il mercato totale, dello 0,3% per l’Area euro e del 2,2% per l’Area non euro; in termini tendenziali l’indice registra un aumento dell’11,8% per il mercato totale e del 12,3% per le importazioni provenienti dall’Area non euro, diminuisce dello 0,7% per l’Area euro. I prezzi all’importazione segnano, nell’ambito delle attività manifatturiere, il tasso di crescita tendenziale più elevato, per quel che riguarda l’Area euro, nei settori della fabbricazione di mezzi di trasporto (+2,8%) e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti) (+0,2%) mentre, per l’Area non euro, nei settori della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+4,7%) e nei settori delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+0,7%). Il calo tendenziale più marcato risulta per l’Area euro nel settore della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-3,5%) e per quella non euro nell’industria del legno, della carta e stampa (-4,0%).



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