IHS Markit Flash PMI Eurozona: a febbraio lieve aumento del tasso di crescita
IHS Markit Flash PMI Eurozona: a febbraio lieve aumento del tasso di crescita


Dalla lettura dei dati flash PMI, nel mese di febbraio l’economia dell’eurozona ha indicato il tasso di crescita più rapido degli ultimi sei mesi. Nonostante sia rimasto debole, il ritmo di espansione accelera per il terzo mese consecutivo malgrado la frenata della domanda ed i livelli di produzione ostacolati dall’insorgenza dell’epidemia di coronavirus. Con 51.6 di febbraio, il valore ‘flash’ del PMI IHS Markit Composito dell’Eurozona è aumentato rispetto a 51.3 di gennaio indicando il maggiore incremento dell’attività da agosto. La crescita ha riguardato soprattutto il settore terziario, dove il ritmo di espansione degli ordini ha registrato per la seconda volta in sei mesi il valore più alto. Allo stesso tempo, il manifatturiero è rimasto in contrazione, ma ad un tasso rallentato al valore più lieve in otto mesi. Il tasso generale di espansione è rimasto tuttavia modesto, soprattutto a causa dell’attenuamento della crescita dei nuovi ordini. Il flusso delle commesse in entrata ha eguagliato il record in sette mesi di gennaio, eppure tale ritmo non è riuscito a prevenire il debole progressivo calo del lavoro inevaso, che allude ad un persistente eccesso delle capacità operative. Il flusso dei nuovi ordini nel settore terziario è aumentato ad un tasso più debole rispetto ai due mesi precedenti. Dai dati raccolti, tale rallentamento è in parte dovuto ai disagi che l’epidemia del coronavirus ha causato nel settore viaggi e turismo ed in altre aree di business. Allo stesso tempo i nuovi ordini ricevuti dalle aziende manifatturiere hanno indicato un calo per il diciassettesimo mese consecutivo. E’ tuttavia incoraggiante notare che il calo generale degli ordini del settore è stato il minore degli ultimi 15 mesi grazie ad una domanda consolidata dei clienti nazionali che ha compensato un maggiore declino delle esportazioni, comprese quelle all’interno dell’eurozona. Una forte limitazione allo sviluppo del manifatturiero di febbraio è stato il notevole allungamento dei tempi di consegna, che hanno registrato la più estesa percentuale di ritardi da dicembre 2018, spesso attribuita a problemi sulla catena di distribuzione dovuti all’epidemia da COVID–2019. L’indebolimento della crescita dei nuovi ordini ha generato un ritmo di creazione occupazionale più basso di quelli osservati in gran parte dello scorso anno. Tale valore è riuscito a registrare il più lieve tasso di assunzione in cinque anni, risultato però superiore ai minimi di dicembre. L’aumento dei posti di lavoro del settore terziario è scivolato ai minimi in 13 mesi, ma nel manifatturiero i tagli sono diminuiti ai minimi in tre mesi. I dati flash del PMI di febbraio hanno anche mostrato una leggera diminuzione delle pressioni inflazionistiche. I prezzi medi d’acquisto sono aumentati ad un tasso leggermente più debole del record in otto mesi di gennaio, mentre i prezzi medi di vendita di beni e servizi hanno indicato per la seconda volta in tre anni il tasso più lento di incremento. L’andamento inflazionistico ha mantenuto le differenze tra i due settori: i prezzi ed i costi del terziario sono aumentati mentre i costi e i prezzi di vendita del manifatturiero hanno continuato a diminuire. Oltretutto i prezzi medi di vendita dei beni hanno indicato il tasso di contrazione più rapido in quasi quattro anni. Infine, le aspettative di crescita della produzione per i prossimi 12 mesi sono diminuite rispetto al record in 16 mesi di gennaio, restando tuttavia nettamente superiori al valore medio del 2019 e molto più in alto rispetto ai minimi toccati lo scorso agosto. L’ottimismo si è affievolito in entrambi i settori, manifatturiero e terziario.



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Secondo Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, “Nonostante parecchie aziende abbiano riportato sconvolgimenti vari legati al coronavirus, citando problemi sulla catena di distribuzione ed i colpi subìti in particolare dal settore viaggi e turismo, ancora una volta a febbraio l’economia dell’eurozona è riuscita ad indicare un rialzo. Il PMI flash ha raggiunto il livello più alto in sei mesi, in linea con il tasso di crescita trimestrale del PIL di quasi lo 0.2%. L’espansione è dovuta alla capacità di ripresa del settore dei servizi, ma anche il settore manifatturiero ha mostrato incoraggianti segnali di uscita da una crisi che ormai attanaglia le proprie aziende da più di un anno. I nuovi ordini sono infatti diminuiti al tasso più lento da fine 2018. Detto ciò, visti i possibili disagi sulla catena di distribuzione, sul settore viaggi e turismo e sulla domanda derivanti dall’esplosione epidemica del coronavirus, restano altamente incerte le previsioni future. Pare che a destare la preoccupazione maggiore siano i diffusi ritardi nelle consegne osservati a febbraio che inevitabilmente peseranno sulla produzione di marzo, a meno che non sia possibile garantire nuove consegne. Allo stato attuale, se da un lato l’indagine di febbraio ha dato il benvenuto a notizie incoraggianti, quando tutti i mezzi di informazione sono stati dominati dai timori di una crescita economica colpita dall’emergenza sanitaria globale, resta il dubbio se l’impatto diretto del coronavirus non sia ancora pienamente evidente”.

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