08/04/2020

idee

L'Italia non è la Grecia

 

E' bastato un virus per mettere in crisi vent'anni di narrazione europea. Come per il debito pubblico li stati hanno dato prova che ognuno fa la conta a modo suo, a partire dalla Germania

Piano piano ci arrivano tutti. E alla fine si scoprirà che i numeri e statistiche italiane più o meno corrisponderanno a quelle di altri Paesi. Perchè anche in una situazione oggettiva e scientificamente codificata come una epidemia o pandemia, gli stati hanno dato prova che ognuno fa la conta a modo suo. Un po' come per il debito pubblico.
Per esempio, in Italia mettiamo nei conteggi anche l'indebitamento delle regioni e delle amministrazioni locali. Giusto o sbagliato che sia, il totale è enorme e non è molto lontano dal 140% rispetto al Pil.
La Germania (e l'Olanda) può esibire la veste virtuosa grazie al fatto che non mette nel valore totale l'indebitamento (enorme) dei Lander, che se computate porterebbero a valori ben diversi, al punto che c'è chi calcola un 122% di rapporto sul Pil (che è ben più grande a valore di quello italiano. Senza contare il ruolo della KfW (una sorta di CDP) che di fatto dirige la politica industriale, per esempio erogando linee di credito alle aziende che non vengono contabilizzate nel bilancio statale. Con questo sistema nel tempo hanno magicamente fatto evaporare 1500 miliardi di euro di debiti. Chapeau alla trasparenza (e alla UE).

Ma se la nostra situazione mette in ansia i Paesi del Nord, che pensano erroneamente di una mutualizzazione del debito, perché da nessuna parte viene fatto notare che la Francia, a forza di manovre di bilancio espansive (anche del 7% annuo) e mai sanzionate dalla Commissione UE, si avvia allegramente ad abbattere la soglia del 100% nel rapporto debito pubblico/Pil? E le agenzie di rating non fanno una piega: gli OAT sono più sexy del BTP?
E' bastato un virus per far cadere un castello di contraddizioni, poiché anche la Francia ha un suo metodo di calcolo del debito pubblico, con una economia da decenni tenuta a galla dal franco CFA (moneta in uso in Centro Africa). E non a caso la Francia è stata la prima a dire no alle proposte dei Paesi del Nord, cui si sono accodati Spagna, Portogallo, Italia e tutti i Paesi del sud Europa.
Abbiamo sempre scritto che la Germania, con la sua politica mercantilista, stava segando il ramo su cui era seduta (l'Italia). Ora che il mercato dell'automotive già in crisi dal 2019, ha subito uno stop quasi totale, temiamo che dalle parti di Berlino si arrivi ad un redde rationem. E' il momento in cui sono più pericolosi, perché tolgono la maschera simpatica per rivelare il loro vero volto.

Seguici: 

Occorre ora dire basta a trucchi e dati truccati. I dati sui pazienti con COVID-19 sono reali come quelli delle emissioni delle loro auto prima del dieselgate. Le loro due principali banche sono le più a rischio di tutta l'eurozona. Hanno 9 milioni di minijobs e problemi con i soggetti immigrati più gravi dei nostri.
A questo punto, visto che non vogliono capire, sarebbe il caso di ricordare loro che già non hanno pagato i debiti della prima e della seconda guerra mondiale, dimezzati da vari accordi, l'ultimo nel 1953. In quei casi erano loro a chiedere solidarietà e aiuto, perché non riuscivano a risollevarsi dalla crisi.
Per noi debito non significa peccato (in tedesco si dicono entrambi ''schuld''), e quindi abbiamo dato la nostra cooperazione.
In questo caso basterebbe per affrontare in modo adeguato la crisi che la BCE assumesse per intero il ruolo di banca centrale, garantendo i titoli di stato dei singoli Paesi, e consentendo - cosa che accade adesso in tutto il mondo - la monetizzazione del debito. Ovviamente, questa mossa libererebbe dal giogo della Commissione EU a trazione tedesca gli stati, che non avrebbero problemi a creare nuovo debito (sterilizzato dalla BCE) e rispondere alle esigenze dei cittadini. Ovviamente da Berlino con i suoi Paesi satellite è arrivato un bel ''nein''.

Va bene, ce ne ricorderemo presto. Anche se stavolta stanno usando altri mezzi per i loro fini, che sono sempre gli stessi: predatori. La vicenda della Grecia insegna.
Come capita da secoli, chi abita nelle terre del Nord amerebbe conquistare per viverci quelle del Sud. Vuoi mettere il nostro sole, il mare, la terra fertile. E questa volta vogliono anche a titolo definitivo i nostri risparmi, le nostre case, le infrastrutture e le aziende. Occorrerà ricordar loro che l'Italia non è la Grecia.
Corsi e ricorsi storici, diceva Vico. Ma ricordiamoci che anche Macchiavelli era italiano.
Claudio Gandolfo



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