Cresce il supply chain finance e diventa strategico per fronteggiare l'emergenza
Aumentano le soluzioni di credito di filiera che valgono oggi 150 miliardi di euro. Approccio sempre più manageriale nella scelta, supportati da tecnologie digitali come Fatturazione elettronica, Blockchain e Artificial intelligence
Il mercato potenziale del Supply Chain Finance in Italia è enorme, pari a 483 miliardi di euro di crediti commerciali, e in crescita dell'1,1% in un anno, ma solo il 31% è già servito da soluzioni che consentono alle imprese di finanziare il capitale circolante facendo leva sul ruolo e le relazioni della filiera, per un valore di 150 miliardi di euro. Sebbene ancora limitato, in Italia il Supply Chain Finance sta crescendo, diventando sempre più strategico per le imprese, ancor più in questo momento di crisi di liquidità a seguito dell'emergenza sanitaria, grazie al supporto delle tecnologie digitali, all'approccio manageriale di utilizzo che si sta diffondendo e alla varietà di soluzioni a disposizione, per cui ormai non è più solo sinonimo di Reverse Factoring.
A seguito dell'emergenza COVID-19, il blocco delle attività in tutto il mondo ha comportato l'interruzione di vendite e approvvigionamenti, mentre il blocco di molti pagamenti sta generando allarme per la liquidità. Alcune grandi imprese italiane hanno immediatamente adottato soluzioni di Supply Chain Finance a supporto delle proprie filiere, sia di fornitura che di distribuzione. Il Governo ha varato un'importante misura per consentire l'immissione di liquidità straordinaria a condizioni agevolate, che ben si coordina con l'iniziativa di Assifact, l'Associazione Italiana del Factoring, per supportare il capitale circolante delle imprese Italiane.
Tra le diverse soluzioni di Supply Chain Finance utilizzate in Italia, si evidenzia una frenata dell'Anticipo fattura, il finanziamento bancario delle fatture non riscosse, che pur confermandosi al primo posto per valore si riduce del 2,7% fino a 70 miliardi di euro. Cresce invece il Factoring, la cessione dei crediti commerciali vantati da un'azienda verso i debitori, in tutte le sue forme: aumenta del +6,1% e vale 61 miliardi di euro quello tradizionale, del 25% fino a 1 miliardo di euro la cessione dei crediti futuri, del +36,8% fino a 6,1 miliardi di euro il Reverse Factoring, che permette ai fornitori di sfruttare il merito creditizio di un cliente per ottenere prezzi più bassi. Si conferma rilevante, attorno agli 8,5 miliardi di euro, la Cartolarizzazione dei crediti commerciali ceduti a terzi attraverso titoli obbligazionari. E nonostante volumi limitati, si espandono le soluzioni innovative: +15% per l'uso della Carta di Credito come strumento di ottimizzazione del circolante che vale 3 miliardi di euro, +225% per l'Invoice Trading (la cessione delle fatture attraverso piattaforme digitali) pari a 0,13 miliardi, mentre raggiungono rispettivamente 0,5 e 0,01 miliardi di euro le prime iniziative di Confirming, la cessione di un mandato di pagamento dei fornitori a un factor che diventa gestore dei debiti commerciali, e di Dynamic Discounting, soluzione tecnologica che consente il pagamento anticipato a fronte di uno sconto concordato dinamicamente.
L'Italia, terza in Europa, rappresenta il 3% del mercato potenziale mondiale del Supply Chain Finance, che, a fine 2018, ammontava a 16.500 miliardi di euro. A livello globale, l'Asia rappresenta il mercato potenziale più ampio con circa 7.000 miliardi di euro di crediti commerciali, trainata da Cina (3000 miliardi di euro) e Giappone (1200). Poi ci sono le Americhe con circa 5.000 miliardi, di cui oltre il 60% negli Stati Uniti (3.100 miliardi) e infine l'Europa con 4.000 miliardi di euro, guidata da Francia (621 miliardi di euro) e Germania (509) come principali mercati di sbocco oltre all'Italia.
Sono alcuni dei risultati della ricerca dell'Osservatorio Supply Chain Finance della Schoool of Management del Politecnico di Milano.
''In Italia, il Supply Chain Finance da soluzione tattica a supporto di esigenze specifiche, è diventato un'opzione sempre più strategica, ancora di più ora per fronteggiare l'emergenza'', afferma Federico Caniato, Direttore dell'Osservatorio Supply Chain Finance (nella foto). ''Le imprese sono attente nel selezionare le soluzioni giuste con il contributo delle nuove tecnologie, creano organizzazioni specifiche e ne valutano le implicazioni in un'ottica olistica di risk management. L'avvento della fatturazione elettronica ha spinto l'interesse e, dopo anni in cui Supply Chain Finance è stato praticamente solo sinonimo di Reverse Factoring, oggi sono diffuse molte soluzioni e si sono affermati modelli decisionali evoluti supportati anche da tecnologie innovative come l'Artificial Intelligence''.
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