La reputazione ai tempi dell'infosfera
Oggi anche una sola parola o frase fuori posto sono in grado di determinare il destino non più solo degli individui ma anche di istituzioni, aziende, organizzazioni, enti, media?
Un pomeriggio caldissimo di qualche anno fa, a Linosa, un amico isolano mi chiese: ''Quanto conta la tua voce in città?''. Mi è tornata in mente questa frase, scarna, povera, ma efficacissima, leggendo l'interessante scritto del collega Daniele Chieffi, ''La reputazione ai tempi dell'infosfera'', edito da FrancoAngeli.
Tutti noi, uomini pubblici o sconosciuti ai più, aziende, top manager, politici, scienziati, esperti in qualunque campo, siamo oggi ossessionati dalla salute della nostra reputazione. Bene prezioso, impalpabile, costruito con sudore e sangue, spesso compromesso da una parola ben assestata, riferita a fatti realmente accaduti o inventati di sana pianta.
A questo dedica il suo lavoro Chieffi, analizzando come oggi la nuova dimensione sociale della comunicazione e dell'informazione permettano a tutti di contribuire alla creazione della reputazione altrui e, al tempo stesso, minacciarne la sua esistenza.
Nel testo l'autore, forte delle mille battaglie combattute nella sua vita professionale, offre una ricetta per conoscere e governare la reputazione, indicando strumenti e strategie necessarie per mettere in sicurezza questo bene prezioso.
Viviamo ed operiamo tutti in quella che Chieffi chiama l'Infosfera, un perfetto palcoscenico dove tutto va in scena, continuamente, come fossimo in una perfetta casa di vetro. Nessun ostacolo a che tutti conoscano, vedano, giudichino quanto fatto.
Un bene, quindi, che deve essere gestito e protetto facendo ricorso alle conoscenze di risk management, dal momento che ogni problema che la riguardi può potenzialmente essere letale.
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