Commercial Real Estate: previsioni per fine anno ancora difficili
Mazzanti (CBRE): performance superiori alle aspettative per il primo semestre. Gli effetti dell'emergenza non si sono ancora pienamente manifestati, ma il 2020 sembra mostrare resilienza
Il volume degli investimenti nel Commercial Real Estate in Italia, nel primo semestre del 2020, si attesta a quota 3,9 miliardi di euro, in lieve calo rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il secondo trimestre del 2020, infatti, ha fatto registrare investimenti per 2 miliardi di euro.
"Gli effetti dell'emergenza COVID-19 non si sono ancora pienamente manifestati e bisognerà attendere i prossimi trimestri per avere un quadro chiaro della situazione nel settore, ma i dati mostrano performance migliori rispetto a quanto ipotizzato all'inizio del lockdown, sostenute soprattutto dal carry over di operazioni iniziate in una fase precedente, che giungono adesso a compimento" dichiara Alessandro Mazzanti, CEO di CBRE Italy.
Si conferma, nel frattempo, la tendenza al "flight to quality" prevista nei mesi precedenti: l'interesse degli investitori è, al momento, concentrato più sui prodotti core che su quelli value-add. Inoltre, rispetto alla media osservata dal 2015 a oggi, è in calo la quota di mercato detenuta dagli investitori stranieri, che passa dal 70% circa al 45%: la componente domestica ha giocato, in questo semestre, un ruolo chiave (55%), soprattutto per il peso di alcune grandi operazioni legate alle asset class Uffici e Retail.
Buoni i risultati del settore Uffici, che chiude il trimestre a 1,2 miliardi di euro investiti. L'asset class raggiunge quindi, al primo semestre 2020, un volume pari a 1,8 miliardi, in lieve crescita rispetto allo stesso periodo del 2019. Il comparto ha tratto beneficio dalle numerose operazioni nate prima dell'emergenza COVID-19 e conclusesi in questo semestre. In pipeline ci sono alcune operazioni, ma si riscontra un generale rallentamento degli investitori tranne che per prodotti core. Protagonista assoluta degli investimenti è ancora Milano, che detiene il 72% del totale con 1.3 miliardi investiti, mentre la capitale è stata interessata da investimenti per 280 milioni.
La fine dell'emergenza non ha, infine, risolto i dubbi legati al take-up e alla quantità di spazio che gli occupier chiederanno in futuro: per avere risposte certe e capire dunque l'atteggiamento degli investitori sul fronte del rischio di tenancy e vacancy bisognerà attendere i prossimi mesi e, probabilmente, il 2021. Si osserva infatti un momentaneo rallentamento delle ricerche da parte degli occupier che, unito ai ritardi dovuti al periodo di lockdown, ha portato nella prima metà dell'anno a una riduzione dei volumi di assorbimento del 31% a Milano e del 70% a Roma rispetto allo stesso periodo del 2019.
Anche il settore Retail mostra una buona performance complessiva, per un totale di oltre 920 milioni investiti nel primo semestre, risultato dovuto prevalentemente ai deal di portafoglio del primo trimestre. Nel comparto prevale in questo momento un atteggiamento cauto da parte degli investitori, in attesa di un assestamento degli impatti dell'emergenza COVID-19 in termini di riaperture e performance delle attività commerciali. Le aspettative per i prossimi mesi rimangono comunque positive, in particolare grazie all'avanzamento dei processi di ristrutturazione di grosse catene operanti nella grande distribuzione organizzata.
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