AI, il fascino di una codificazione ad hoc
Quali saranno le implicazioni legali dell'uso dell'Intelligenza Artificiale e, soprattutto, se e come disciplinarne le relative regole e responsabilità conseguenti?
Diciamolo senza timori: l'Intelligenza Artificiale (AI) è uno dei pochi temi sui quali tutti sono incredibilmente d'accordo. E' affascinante immaginare un algoritmo che possa pensare e assumere decisioni proprie, sollevandoci così dall'imbarazzo e dal conflitto interiore della scelta. Al tempo stesso, una nuova forma di pensiero, valutazione, e scelte, non del genus umano, pone interrogativi su quali limiti ad essa debba darsi.
Proprio il diritto, inteso come limiti, più che la tecnologia, accendo il dibattito e propone riflessioni sempre attuali e stimolanti.
Ne è prova felice l'ultimo lavoro monumentale, curato da Ugo Ruffolo, già Ordinario di Diritto Civile all'Università di Bologna, titolare dello Studio Legale Ruffolo, tra i massimi esperti di responsabilità civile, "Intelligenza artificiale. Il diritto, i diritti, l'etica", edito da Giuffré Francis Lefebvre.
L'opera, impreziosita da due prefazioni di peso, l'una di Guido Alpa, l'altra di Augusto Barbera, tratteggia i molteplici scenari in cui oggi, ma ancor di più in un futuro prossimo, l'AI potrà intersecarsi con attività umane. Da qui l'interesse, il faro posto dai numerosi contributori al testo, su quelle che saranno le implicazioni legali e, soprattutto, se e come disciplinarne le relative regole e responsabilità conseguenti.
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