Il settore moda riparte da digitale ed ecosostenibilitÃ
Giorgio Magello Mantovani (Niam): il previsto calo del settore del 50% si è ridotto al 20%. occorre uscire dalla contrapposizione tra fisico e digitale ed entrare in una logica di complementarietà . La prospettiva ora è phygital
"Le attese parlavano di un calo del 50%. La realtà si è fortunatamente fermata ad un meno 20%. A livello globale il settore moda ha subito un pesante colpo dal lockdown e da tutta l'emergenza Covid. Anche se il cammino è tutto in salita, le prospettive sono buone: c'è fiducia, ottimismo. E, soprattutto, una strada da seguire". Queste le parole di Giorgio Magello Mantovani presidente di Niam - Nazionale Italiana Agenti Moda, l'associazione che raccoglie oltre 800 agenti - che apre al rilancio di uno dei settori più importanti per l'economia nazionale.
"La filiera moda vale in Italia 80 miliardi di euro. Di questi, 40 sono rivolti al mercato estero, l'altra metà è invece una "questione" tutta interna. Alla riapertura dopo il lockdown, ci siamo ritrovati con 15 miliardi di merce ferma: l'azione degli agenti ha permesso di riallocarla, rimettendo in moto un sistema vitale per l'intera economia. Anche perché un fermo avrebbe compromesso non solamente l'anno in corso, ma avrebbe avuto ripercussioni anche per gli anni successivi".
Davanti alla necessità di ripartire, di rimettersi in moto, si pone però un dilemma. "La domanda principale è: in quale direzione andare?", prosegue Magello. E la strada da seguire ha i termini della digitalizzazione, il fronte dell'ecosostenibilità e l'impellenza di fare rete.
Spiega il presidente di Niam: "la rete è quella creata dagli agenti moda: il filo di unione tra aziende e negozi. È lo scopo di Niam: porre l'attenzione su tutta la filiera moda perché produzione e vendita possano camminare insieme".
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