IHS Markit PMI Manifatturiero Italia: ad aprile crescita record
IHS Markit PMI Manifatturiero Italia: ad aprile crescita record


Ancora buone notizie per l’industria italiana. Secondo gli ultimi dati PMI, il settore manifatturiero ha riportato ad aprile i risultati migliori mai registrati. Il tasso di aumento della produzione è stato il terzo più elevato in quasi 23 anni di storia dell’indagine, mentre la crescita dei nuovi ordini, conseguentemente al rafforzamento della domanda da parte dei clienti e alla migliore fiducia del mercato, è risultata la più alta da aprile 2000.



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I ritardi sulla fornitura di aprile però hanno continuato ad influenzare il settore. In particolare, l’effetto principale è stato quello a catena sui costi, l’inflazione dei prezzi di acquisto è infatti accelerata notevolmente ad uno dei tassi più veloci della storia dell’indagine, con le aziende campione che hanno aumentato di conseguenza i loro prezzi di vendita ad un livello record.
L’Indice destagionalizzato PMI (Purchasing Managers Index) IHS Markit del settore manifatturiero italiano – che con una sola cifra fornisce un quadro degli sviluppi delle condizioni generali del settore manifatturiero – ad aprile ha registrato 60.7, in salita da 59.8 di marzo e ha segnalato il maggiore miglioramento delle condizioni operative dall’inizio della storia dell’indagine, nel giugno del 1997. La prestazione straordinaria di aprile è attribuibile soprattutto alla crescita più veloce della produzione e dei nuovi ordini: la prima in aumento al terzo valore record su base mensile, mentre i nuovi ordini totali sono cresciuti al livello maggiore in 21 anni. Le aziende campione hanno attribuito la crescita alla migliore domanda e alla maggiore fiducia da parte dei clienti. Gli ordini esteri ad aprile sono rimasti elevati, aumentando notevolmente anche se ad un tasso leggermente più lento di quello di marzo.

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La catena di distribuzione però ha sofferto ulteriori interruzioni, con i ritardi principalmente attribuiti dalle aziende campione alla carenza di beni, ai ritardi presso i porti e alle restrizioni anti Covid-19. I tempi medi di consegna dei fornitori si sono allungati ad una entità inferiore solo a quella osservata durante il picco delle restrizioni dello scorso aprile. L’inflazione dei costi di aprile è stata collegata inoltre alla carenza di materiale, ai prezzi maggiori dei trasporti e alle interruzioni sulla catena di distribuzione.
I prezzi di acquisto sono aumentati al secondo tasso record, con le aziende che hanno incrementato di conseguenza i loro prezzi medi di vendita al livello più alto nella storia dell’indagine. Le aziende manifatturiere hanno allo stesso tempo innalzato ad aprile la loro attività di acquisto. Le aziende campione hanno notato come le aziende hanno aumentato i loro acquisti nell’intento di creare maggiori livelli di magazzino e in risposta alle maggiori esigenze della produzione. L’ultima espansione dell’attività di acquisto è stata elevata e tra le più veloci mai registrata. Detto ciò, le giacenze delle materie prime e dei semilavorati sono diminuite al tasso più veloce da dicembre 2011. Le carenze e le problematiche con la catena di distribuzione riportate dai produttori manifatturieri hanno ostacolato il rimpiazzo delle giacenze usate per il processo produttivo.

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Allo stesso modo, le giacenze dei prodotti finiti hanno riportato un crollo record poiché utilizzate, qualora possibile, per soddisfare gli ordini. I dati di aprile, così come mostrato dal tasso quasi record del livello del lavoro inevaso, hanno inoltre evidenziato una maggiore pressione sulla capacità. Le aziende hanno di conseguenza assunto personale aggiuntivo al tasso maggiore da gennaio 2018. Guardando avanti, la forte prestazione di aprile ha stimolato l’ottimismo sull’attività dell’anno a venire. L’ottimismo registrato ad aprile è stato tra i maggiori mai registrati, ed è stato attribuito alla migliore domanda e alla speranza di una robusta ripresa economica.
Secondo Lewis Cooper, Economist di IHS Markit, 'il settore manifatturiero italiano continua ad aprile la forte ripresa. Il PMI principale ha raggiunto il valore record storico di 60.7, dovuto alla crescita quasi record della produzione e all’espansione più veloce dei nuovi ordini in 21 anni, con le imprese campione che hanno riportato l’ennesimo miglioramento delle condizioni della domanda e una maggiore fiducia da parte dei clienti. Le interruzioni sulla catena di distribuzione continuano tuttavia a frenare il settore. I tempi medi di consegna si sono allungati a livelli quasi record facendo aumentare notevolmente i costi e ponendo maggiori pressioni inflazionistiche. Di conseguenza le aziende hanno incrementato i prezzi medi di vendita a livelli record. Gli ultimi dati hanno comunque mostrato nient’altro che una prestazione del settore complessivamente strepitosa. I produttori dei beni di consumo hanno continuato ad arrancare in parte a causa del significativo impatto delle problematiche relative alla fornitura. Crescite quasi record sono state però osservate nel sottosettore dei beni intermedi e in quello dei beni di investimento. Le aziende del settore sono rimaste convinte che la produzione aumenterà ulteriormente nel corso dell’anno prossimo, e anche se gli ostacoli sulla catena di distribuzione restano un a grande preoccupazione, gli ultimi dati PMI non hanno ancora mostrato segnali di rallentamento nel settore manifatturiero italiano”.



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