Eurozona: a luglio inflazione stabile all'1,3%

Nonostante i mal di pancia dalle parti di Berlino, l'Eurostat ha comunicato che l'inflazione annuale dell'eurozona è stata del 1,3% a luglio 2017, stabile rispetto a giugno 2017. A luglio 2016 il tasso era stato dello 0,2%. Questi dati indicano che sicuramente l'inflaizone è cresciuta ma, specialmente ossevando quella core, siamo ben lontani dal 2% e dintorni che dovrebbe essere l'obiettivo della BCE di Draghi. Sempe l'Eurostat ha comunicato che l'inflazione annuale dell'Unione europea è stata del 1,5% a luglio del 2017, anch'essa stabile rispetto a giugno 2017. Un anno prima il tasso era dello 0,2%. C'è anche chi vede la deflazione, che sembrava retaggio dello scorso anno, Infatti, tassi annui negativi sono stati registrati in Irlanda (-0,2%) e Cipro (-0,1%), mentre i tassi pipositivi più bassi si sono visti in Bulgaria e Finlandia (entrambi 0,6%). I tassi annui più alti sono stati registrati in Lituania (4,1%), in Estonia (3,9%), Lettonia e Regno Unito (entrambi 2,6%). L'Italia si attesta ad un +1,2%, mentre la Germania ad una +1,5%, entrambi sostanzialmente in linea con l'eurozona. Rispetto al giugno 2017, l'inflazione annua è scesa in quattro Stati membri, rimasta stabile in otto e si è alzata a sedici. I maggiori impatti all'aumento dell'inflazione annua dell'area dell'euro derivano da “servizi di alloggio” (+0,10 punti percentuali), “pacchetti vacanza” (+0,06 pp) e “trasporto aereo” (+0,05 pp), mentre “telecomunicazioni” (-0,11 pp), “vegetali” (-0,05 pp ), e “frutta” (-0,04 pp) hanno avuto i maggiori effetti negativi.


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