L'ombra della guerra commerciale tra USA e Cina e i tassi della Fed: i mercati globali attendono

Una danza complessa tra la prudenza delle banche centrali e le scintille delle tensioni geopolitiche sta ridisegnando il panorama economico mondiale. Gli investitori cercano stabilità mentre le voci di rialzi o tagli dei tassi di interesse si scontrano con le schermaglie commerciali. I mercati globali hanno mostrato un certo ottimismo, con i futures europei che indicavano un'apertura in deciso rialzo, dopo una seduta precedente alquanto volatile. Questa ripresa appare in gran parte sostenuta dalle recenti dichiarazioni del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. Le sue parole, infatti, hanno rafforzato l'aspettativa di ulteriori allentamenti della politica monetaria nel corso dell'anno, ipotizzando anche una potenziale conclusione anticipata della riduzione del bilancio della Fed. Questo scenario ha avuto un impatto immediato sulle valute e sulle materie prime: il dollaro ha registrato un calo, mentre l'oro ha esteso la sua corsa record. Le proiezioni sui futures indicano ora una probabilità elevata di tagli ai tassi di interesse per circa 48 punti base entro il mese di dicembre. Comunque, la marcata volatilità dei mercati osservata nelle ultime sessioni serve da vivido promemoria della persistente fragilità del sentiment del mercato. Le tensioni tra Stati Uniti e Cina continuano a generare ondate di preoccupazione, alimentando una vera e propria guerra commerciale a colpi di dazi. La più recente avvertenza di Donald Trump, che ha minacciato di interrompere alcuni legami commerciali con Pechino, inclusi quelli relativi all'olio da cucina, è un esempio evidente. Lo shock dei dazi, innescato dalla minaccia di tariffe aggiuntive del 100% sulle esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti, continua a riverberare sui mercati. Nonostante ciò, ogni nuova ondata sembra farsi più contenuta, con gli investitori che tendono a interpretare le schermaglie come parte di un gioco di forza, piuttosto che un precursore di una rottura definitiva. Anche il rappresentante commerciale statunitense, Jamieson Greer, ha sottolineato l'incertezza sul fatto che le tariffe potenziate possano entrare in vigore già il 1° novembre o prima, riconoscendo la difficoltà per Pechino di trovare una via d'uscita da questa escalation. Non sono solo le dinamiche economiche e commerciali a tenere banco. La politica globale aggiunge ulteriori strati di incertezza. In Giappone, per esempio, il comitato parlamentare incaricato della programmazione non è riuscito a concordare una data per il voto di selezione del prossimo Primo Ministro entro il 21 ottobre. Questa situazione prolunga l'attesa e l'incertezza sulla candidatura di Sanae Takaichi, che ambisce a diventare la prima donna premier della nazione. Nel frattempo, in Francia, l'attenzione è rivolta al futuro del governo, dopo che il Primo Ministro francese Sebastien Lecornu ha promesso di sospendere una riforma pensionistica significativa fino alle elezioni del 2027. Sul fronte di Wall Street, l'attenzione si sposta ora sulle prossime pubblicazioni degli utili. Sono attesi i risultati di Bank of America e Morgan Stanley. Le aspettative sono alte, specialmente dopo che i loro concorrenti hanno riportato solidi risultati nei giorni precedenti. I principali banchieri statunitensi hanno predetto un proseguimento del boom economico, grazie al forte rialzo dei mercati azionari nell'ultimo trimestre e alla resilienza dell'economia e dei consumi, nonostante le ampie misure tariffarie. L'interdipendenza tra la politica monetaria delle banche centrali e le turbolenze commerciali definisce un quadro economico dove la vigilanza rimane essenziale per gli investitori di tutto il mondo.



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