Sofferenza per industria e servizi nei dati Istat agosto 2025
L'estate italiana si è chiusa con un segnale di rallentamento per due pilastri fondamentali dell'economia: l'industria e i servizi. I dati più recenti rivelano un agosto in contrazione, un mese che ha mostrato una frenata inaspettata dopo periodi di relativa stabilità. Questa dinamica congiunturale negativa interessa in particolare il volume degli scambi e l'andamento del fatturato, elementi cruciali per valutare la salute complessiva del sistema economico del Paese. Per il settore industriale, le stime di agosto 2025 indicano una diminuzione congiunturale dello 0,7% in valore e del 2,0% in volume, depurando l'effetto dei fattori stagionali. La debolezza si è manifestata sia sul mercato interno, dove il valore è calato dello 0,1% e il volume dell'1,4%, sia su quello estero, con flessioni più accentuate: -1,8% in valore e -3,1% in volume. Questi numeri suggeriscono che le aziende hanno venduto meno e a prezzi inferiori al di fuori dei confini nazionali, un fattore che merita attenzione. Anche il comparto dei servizi ha registrato un calo congiunturale per lo stesso periodo, stimato nell'1,2% in valore e nello 0,8% in volume. Questa flessione non ha colpito tutti i segmenti allo stesso modo; il commercio all'ingrosso ha accusato un ribasso più significativo, scendendo del 2,0% in valore e del 2,1% in volume. Gli altri servizi, pur in calo, hanno mostrato una resistenza leggermente maggiore, con diminuzioni dello 0,3% in valore e dello 0,5% in volume. Analizzando il fatturato dell'industria per i raggruppamenti principali di attività, gli indici destagionalizzati di agosto hanno mostrato dinamiche differenziate. L'unico settore a registrare una crescita congiunturale è stato quello dell'energia, con un robusto +7,0%. Per contro, si sono osservate flessioni evidenti per i beni strumentali, che hanno perso l'1,7%, e per i beni intermedi, in calo dell'1,3%. I beni di consumo hanno mostrato una contrazione più contenuta, pari allo 0,6%. Allargando lo sguardo al trimestre giugno-agosto 2025, il panorama offre una stabilità maggiore, ciononostante non mancano i segnali di cautela. Il fatturato dell’industria, sempre al netto dei fattori stagionali, si è mantenuto stazionario in valore, mostrando una leggera crescita in volume, pari allo 0,3%. Per i servizi, nello stesso arco temporale, l'incremento è stato dello 0,2% in valore, ma con una piccola diminuzione dello 0,1% in volume. Guardando ai dati su base annua, e correggendo per gli effetti di calendario – ad agosto 2025 i giorni lavorativi sono stati 20, uno in meno rispetto ad agosto 2024 – il fatturato dell'industria ha registrato una modesta flessione sia in valore (-0,1%) sia in volume (-0,5%). Questa sintesi nasconde performance contrastanti: sul mercato interno si è vista una crescita dello 0,8% in valore e una stagnazione in volume, ma sul mercato estero la diminuzione è stata più marcata, con un -1,7% in valore e un -1,4% in volume. Per il settore dei servizi, sempre al netto degli effetti di calendario, si osserva un lieve incremento tendenziale dello 0,2% in valore, a cui si contrappone una diminuzione dello 0,6% in volume. Anche in questo caso, il commercio all'ingrosso ha manifestato il calo più consistente:
-1,7% in valore e -2,2% in volume. Gli altri servizi, invece, hanno registrato una crescita in valore (+2,0%), pur con un lieve calo in volume (-0,1%). Gli indici del fatturato industriale corretti per gli effetti di calendario, riferiti ai principali raggruppamenti, rivelano che su base annua i beni di consumo hanno visto un aumento (+2,1%). Però, si è notato un marcato calo per l'energia (-4,7%) e flessioni più contenute per i beni strumentali (-1,0%) e per i beni intermedi (-0,5%). Il mese di agosto ha dunque interrotto una tendenza più positiva, presentando un quadro di generale rallentamento per l'economia italiana. Sia l'industria sia i servizi hanno sperimentato una riduzione del fatturato e dei volumi su base mensile, con l'export industriale e il commercio all'ingrosso tra i settori più colpiti. Questa situazione suggerisce una fase di maggiore cautela per le aziende e per il mercato nel suo complesso.
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