PMI: servono imprenditore
e direttore commerciale
Per crescere le nostre aziende devono strutturarsi meglio,
specialmente durante il cambio generazionale
Pare ormai accettato
da tutti che l’economia
italiana sia basata sulle
PMI, che rappresentano
il 90-95% delle aziende
italiane. Spesso ce ne
dimentichiamo e ragioniamo
come se avessimo un
panorama industriale simile
alle nazioni con le quali
amiamo confrontarci, come
la Germania, la Francia
o gli Stati Uniti. Questo
vuol dire che dobbiamo
abituarci a valutare i livelli di
crescita del PIL in maniera
diversa da come viene
misurato in questi Paesi e
quindi dobbiamo ragionare
di più sulle componenti
che influenzano questo
valore, e avere il coraggio
di affrontare con decisione
anche i dati parziali del PIL
per settore merceologico,
per categoria e per regione.
Infatti, per aumentare il PIL
oltre l’1% attuale, dobbiamo
domandarci dove possiamo
trovare quel 2-3% in più che
ci servirebbe nella crescita
per riportarci ai livelli
europei. Diamo una rapida
occhiata allo scenario.
Per esempio, siamo sicuri
che la quota di business
non completamente
regolamentata incida solo
parzialmente sul PIL e non
produca anche effetti poco
virtuosi su tutta l’economia?
Inoltre, siamo sicuri di come
cambierebbe il nostro PIL
se confrontassimo anche i
nostri termini di pagamento
con quelli abituali dei nostri
Paesi concorrenti? Infine,
non va dimenticato che
quando parliamo del tanto
lodato e invidiato PIL cinese
(e della sua crescita),
sottovalutiamo la strategia
del piano quinquennale che
ancora è in vigore da quelle
parti.
Tornando in Italia,
concentrarci sul nostro
modello industriale, sulle
nostre PMI, significa
trovare gli elementi di
crescita possibili, visti
le storie di successo di
queste aziende e il valore
degli imprenditori che le
hanno costruite e avviate.
Il vero problema è quello
di far crescere, sviluppare
e progredire le PMI nel
contesto attuale, che è
molto diverso da quello
in cui molte di esse sono
nate. Significa spiegarci e
capire insieme i fattori di
cambiamento epocale che
sono avvenuti nei mercati
e avviare una seconda
fase di sviluppo che deve
tenere conto di un più che
probabile cambiamento
generazionale. Per le PMI
significa, in poche parole,
passare da una navigazione
“a vista” che consentiva
all’imprenditore di avere
tutto sotto controllo, a una
navigazione con adeguata
strumentazione per vedere
il più lontano possibile e
per evitare sorprese non
sempre gradevoli.
Poniamoci quindi il
problema della crescita
delle PMI visto dall’interno,
e non con l’arroganza di
sapere tutto e di dover
spiegarlo a un imprenditore
impreparato.
Obbiettivo prioritario è come
il nostro prodotto-servizio
         
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