in “mani” dotate di
maggiore solvibilità. Gli
investitori continueranno
a dimostrare grande
cautela, conseguentemente
i rendimenti richiesti si
manterranno elevati. Il tema
del rischio sovrano resterà di
attualità nel 2011, pertanto
prevediamo di rimanere
investiti principalmente sui
Paesi “core”, perlomeno
finché non si troverà una
soluzione politica di ampio
respiro. D’altro canto,
il probabile successo
della politica quantitativa
aggressiva degli Stati Uniti,
volta a scongiurare una
nuova recessione, favorisce
l’emergere di attese
inflazionistiche. Le banche
centrali, dopo aver adottato
politiche monetarie molto
accomodanti, tenteranno
di normalizzarle nel 2011.
La BCE sarà la prima a
preparare i mercati a un
rialzo dei tassi di riferimento.
Riteniamo quindi che il
ciclo di ribasso dei tassi a
lungo termine sia esaurito.
Occorre dunque prepararsi
a un lento e progressivo
aumento dei rendimenti nel
2011.
Il mercato corporate in
Europa
Dopo risultati degni
di nota negli ultimi 18
mesi, l’investimento in
titoli societari dovrebbe
confermarsi anche nel
2011 come uno dei migliori
segmenti del mercato
obbligazionario. L’aumento
del rischio sovrano colpisce
il mercato corporate, in
particolare nel settore
bancario – le banche
europee detengono infatti
in portafoglio una quota
significativa di titoli emessi
dai Paesi “periferici” - e
nelle utilities. Questi due
settori rappresentano
circa il 60% dell’indice dei
titoli corporate di qualità
Investment Grade e meno
del 15% dell’indice high
yield. Conseguentemente
riteniamo che il segmento
high yield sia quello da
privilegiare. Nel 2010 tale
universo di investimento si
è notevolmente arricchito
di nuove emissioni.
Privilegiamo innanzitutto
i settori non ciclici, come
telecomunicazioni,
alimentari e bevande, che
offrono un rendimento
allettante per il loro
carattere difensivo. Siamo
inoltre interessati ai debiti
cosiddetti secured, vale a
dire garantiti da attivi di cui
esaminiamo attentamente
la qualità. Per contro,
manteniamo generalmente
un atteggiamento negativo
sugli emittenti dei Paesi
“periferici”.
I mercati azionari in Europa
In un contesto di tassi
storicamente bassi, i premi
per il rischio dei mercati
azionari dovrebbero
mantenersi elevati in
presenza di un rischio
sistemico latente. Nel
quadro di un approccio
selettivo che privilegia
qualità e prospettive di
crescita, le opportunità si
presentano in particolare
in tre ambiti. Innanzitutto
nei Paesi emergenti, che si
confermano i primi vettori
della crescita mondiale.
La loro crescita non è più
trainata esclusivamente
dagli investimenti in
infrastrutture. La borghesia
locale, la cui importanza in
Cina è destinata a triplicare
entro il 2020, dà impulso
anche ai consumi privati.
Va rilevato che le società
europee favorite da questa
duplice evoluzione non sono
affatto più care delle altre.
In secondo luogo, piccole e
medie capitalizzazioni che, a
differenza del primo gruppo,
presentano valutazioni
relative ancora elevate.
Ma la crescita degli utili,
spesso notevole, si basa su
attività in rapido sviluppo,
con elevate barriere
all’ingresso, e caratterizzate
da alta redditività. Infine,
         
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