Il mercato delle materie prime
in grande evidenza nel 2011
Secondo Hambro di BlackRock, il comparto dovrebbe offrire
interessanti opportunità a chi saprà selezionare l’investimento
È difficile negare che la
solidità e la crescita delle
economie emergenti siano
un fattore importante per la
futura domanda di materie
prime. “Prima del 1870 –
afferma Evy Hambro, co-
Chief Investment Officer del
team Natural Resources
Equity di BlackRock - alla
guida del PIL mondiale
(oltre il 40% per periodi di
tempo prolungati) c’erano
Cina e India; la nostra
aspettativa è che la crescita
di queste economie farà
probabilmente registrare un
notevole rimbalzo dei loro
livelli attuali (quasi il 20%)
sul lungo termine, un fattore
importante per gli investitori
in materie prime, in quanto
le tendenze sul lungo
periodo e la situazione
demografica sosterranno la
domanda. A nostro avviso,
sarà fondamentale poter
individuare di quali materie
prime queste economie
avranno bisogno; e sapere
di conseguenza di quali
invece disporranno in
abbondanza, potendole
esportare nel resto del
mondo. Attualmente,
la Cina è il maggior
consumatore di tutte le
materie prime, a esclusione
del petrolio, e stime
convergenti prevedono che
nel 2011 la sua crescita
economica continuerà a un
ritmo di 8-10%. Il contenuto
e il tono del prossimo
Piano Quinquennale
cinese rappresenteranno
un importante driver a
breve termine del mercato
delle materie prime,
mentre la sua influenza
sarà determinante sul
lungo periodo. Con il
proseguire, nel prossimo
anno, della ripresa
globale, prevediamo un
miglioramento dell’attività
economica e della domanda
di materie prime sia sui
mercati sviluppati sia su
quelli emergenti di tutto il
mondo”.
Se, da un lato, l’oro è stato
quest’anno alla ribalta in
termini di attenzione dei
media, si sono registrati
movimenti interessanti
anche in altri metalli. La
continua ripresa delle
attività industriali ha portato
notevoli aumenti nei prezzi
dell’argento e del rame,
che hanno guadagnato
rispettivamente il 41% e il
12%. “Da quando è iniziata
la crisi finanziaria – continua
Hambro - alcuni metalli
hanno potuto aumentare
l’offerta in relazione alla
ripresa della domanda,
mentre per altre materie
prime, e specificamente il
rame, la produzione è stata
difficile da aumentare. Le
sfide a livello strutturale,
quali la tendenza verso
maggiori attività minerarie
sotterranee, la prospettiva
di estrarre giacimenti
minerari di livello inferiore
(dove si trova una
percentuale minore di rame
nelle rocce metallifere) e
l’instabilità politica in alcune
regioni produttive come la
RDC, sono tutti fattori che
stanno limitando l’offerta. Di
contro a questa previsione
di offerta limitata, aumenta
la domanda industriale;
         
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