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05/03/2014

economia

Banche centrali saldamente al timone anche nel 2014

Utermann (AllianGI): Oltre a gestire il tapering, dovranno anche offrire previsioni delicate e tempestive sulla nuova politica monetaria a fronte del rafforzamento dell’economia globale

I mercati finanziari hanno chiuso il 2013 e iniziato il 2014 sostenuti da dati economici sempre più positivi provenienti dagli Stati Uniti. Siamo convinti che nel nuovo anno l’economia globale continuerà sulla strada di una moderata ripresa, in fase di accelerazione grazie al miglioramento nel più lungo termine dell’economia statunitense che sta diventando più sostenibile dopo anni di debolezza.
Nonostante lo scenario positivo, crediamo che gli investitori debbano comunque essere preparati ad affrontare il perdurare della financial repression, che si accompagna alla riduzione del debito pubblico attraverso i bassi tassi di interesse nei paesi sviluppati.
Questi saranno i fattori che continueranno ad influenzare i mercati finanziari nel 2014.
Questa prospettiva è confermata dagli ultimi sviluppi in America, dove la costante ripresa del mercato del lavoro ha spinto la Federal Reserve ad annunciare una lieve riduzione degli acquisti mensili di titoli obbligazionari, da 85 a 75 miliardi di Dollari americani a partire da gennaio 2014. Inoltre, gli indici manifatturieri negli Stati Uniti nel mese di dicembre riportano i dati migliori dallo scorso gennaio, a conferma della solidità dei nuovi ordini e del livello di occupazione.



Economie ancora dipendenti dal Quantitive Easing

Nel contempo, la Fed si è premurata di sottolineare la distinzione tra il “tapering” e la “stretta monetaria” (ovvero il rialzo dei tassi), per reagire al miglioramento dell’economia del paese senza provocare un tracollo attraverso una sospensione troppo rapida dello stimolo monetario. È proprio questo che intendiamo quando diciamo che la politica monetaria sarà “più accomodante e più lunga”, a prescindere dai primi cauti tentativi di tapering da parte della Fed. Siamo convinti che il ruolo delle banche centrali diventerà ancor più determinante per i mercati in futuro. Non solo le banche centrali devono gestire un processo di transizione senza intoppi, dall’immissione di liquidità a buon mercato sui mercati alla graduale chiusura del piano di Quantitative Easing, ma devono anche offrire previsioni delicate e tempestive sulla nuova politica monetaria (per es. possibili incrementi dei tassi di interesse) a fronte del rafforzamento dell’economia globale.
Le banche centrali hanno compreso l’importanza della capacità di gestire questi interventi in modo efficace dopo la brusca reazione del mercato alle dichiarazioni sul tapering di inizio 2013, che provocarono un rialzo dei rendimenti obbligazionari e il tracollo dei mercati emergenti.

Riteniamo quindi che l’andamento dell’economia globale dipenda ancora dal Quantitative Easing nonostante la ripresa economica attualmente in corso. Di conseguenza, le banche centrali adotteranno prevedibilmente nuove politiche per affrontare sia la mancanza di inflazione (che sta scendendo nella maggior parte dei mercati sviluppati), sia la fragilità del sistema finanziario globale.
In effetti, anche se la Fed ha iniziato a parlare di tapering all’inizio del 2013, i primi interventi in questo senso sono stati molto meno aggressivi di quanto il mercato prevedeva. La Fed vuole che i mercati reagiscano positivamente al piano, e certamente non desidera assistere a una deflazione dei prezzi in un momento in cui sta cercando di produrre reflazione nell’economia reale statunitense.
Anche in Europa, le ultime dichiarazioni della BCE a fine 2013 in merito a un nuovo taglio dei tassi nell’Area Euro, confermano la nostra convinzione per cui la politica monetaria resterà accomodante a lungo.

Quali sono le implicazioni per gli investitori nel 2014?

Le banche centrali applicheranno con prudenza un’eventuale stretta monetaria nei Paesi sviluppati e nuove politiche con l’obiettivo di sostenere i mercati.


Di conseguenza, riteniamo che gli investitori che hanno non hanno investito sufficientemente in attività rischiose risulteranno svantaggiati, poiché proseguiranno le dinamiche di financial repression registrate negli ultimi tre/quattro anni. Gli investitori dovrebbero pertanto riesaminare attentamente la propria posizione a lungo termine in attività rischiose, nella ricerca di rendimenti interessanti nel lungo periodo. Nonostante alcuni segmenti di mercato abbiano toccato recentemente i livelli massimi, è opportuno ricercare attentamente quei segmenti che offrono ancora valutazioni interessanti e sfruttare le correzioni di mercato come opportunità di acquisto a lungo termine.

Andreas Utermann, Global Chief Investment Officer Allianz Global Investors


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