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09/04/2014

economia

Il surplus della Germania rafforza il trend disinflazionistico

Williams (AllianceBernstein): Lo sbilanciamento delle partite correnti tedesche e la riluttanza a politiche proattive della BCE rende difficile la ripresa nell’eurozona

Negli ultimi cinque anni i conti di Italia, Spagna, Irlanda, Portogallo e Grecia sono slittati da un deficit del 6,7% del PIL lordo ad un surplus dell’1,3%. Come molti hanno fatto notare, questa correzione è stata asimmetrica. In altre parole, l’eradicazione dell’attuale deficit dei Paesi periferici non è stato accompagnata da una significativa riduzione del surplus dei Paesi core.
Il principale colpevole, secondo molti osservatori, è stata la Germania. Potrebbe essere sorprendente scoprire come l’attuale eccedenza della Germania con quella del resto dell’Eurozona si sia sensibilmente ristretta negli ultimi anni, a 33 miliardi nei primi nove mesi del 2013 dal picco di 79 miliardi nello stesso periodo del 2009. Questa correzione è stata portata da un ribilanciamento rispetto alla periferia. Lo scorso anno la Germania aveva un surplus commerciale con Italia, Spagna, Portogallo e Grecia di appena 18 miliardi rispetto al picco di 57 miliardi nel 2007.
Ma come è avvenuto? Dal 2007 le esportazioni della Germania verso i quattro Paesi sono scese di 33 miliardi di euro (25%), mentre le importazioni sono salite di appena 12 miliardi di euro (9%).

In altre parole, la principale forza motrice che sta dietro alla riduzione dello squilibrio esterno all’interno dell’Eurozona ha fatto crollare la domanda interna dei Paesi periferici invece di far crescere la domanda per le importazioni in Germania. Ciò potrebbe avere delle implicazioni per la sostenibilità della correzione interna nell’Eurozona, in particolare una volta che la crescita della domanda interna nei Periferici sta intraprendendo la strada verso una ripresa durevole.
La difficoltà della Germania di ridurre il surplus esterno in un momento in cui gli attuali bilanci dei Paesi periferici hanno oscillato verso una zona nera, ha impattato significativamente sui conti complessivi dell’Eurozona.
Prima della crisi del debito, l’Eurozona ha registrato una serie di piccoli deficit e surplus annuali sui conti attuali. Questo, però, è significativamente cambiato negli ultimi anni con un surplus che ora si trova al 2,3% del PIL.
Con il surplus esterno della Germania in una fase di correzione graduale, l’Eurozona sembra essere nella posizione per intraprendere una corsa verso il surplus dei conti nel prossimo futuro.


Questo insieme alla riluttanza della BCE ad adottare politiche monetarie maggiormente proattive, potrebbe impedire all’Euro di effettuare una correzione al ribasso richiesta dai suoi fondamentali economici relativamente poveri. Ciò, a sua volta, potrebbe rafforzare le tendenze disinflazionistiche dell’Eurozona.

Darren Williams, Senior European Economist di AllianceBernstein


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