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18/06/2014

economia

Rischi limitati per i titoli azionari

Woehrmann (DeAWM): Per il 2014 confermiamo le nostre aspettative di una crescita dello 0,9% per l'economia dell'Eurozona. Ci preoccupano, invece, i differenti tassi di crescita che contraddistinguono la regione

La crisi in Ucraina ha riportato il nervosismo sui mercati globali, mentre gli investitori temono che la deflazione si possa rivelare un problema a lungo termine per l’Eurozona. Probabilmente anche il timore che questi fattori possano causare una contrazione della crescita si rivelerà del tutto infondato. Anzi, gli indicatori segnalano un’accelerazione della crescita economica nell’Eurozona e negli Stati Uniti. Con tutta probabilità, il Federal Reserve Board statunitense (Fed) proseguirà la propria politica di riduzione del QE, ponendo fine agli acquisti obbligazionari entro il prossimo autunno. A quel punto, gli occhi saranno tutti puntati sui bassi tassi di interesse: un eventuale aumento dovrebbe favorire la progressiva risalita dei rendimenti obbligazionari, e il 2013 e il 2014 potrebbero passare alla storia come gli anni che hanno segnato la fine di un mercato obbligazionario rialzista durato oltre trent’anni. In previsione di questa eventualità sempre più investitori stanno abbandonando le obbligazioni per passare alle azioni, e questa rotazione ha già spinto al rialzo le valutazioni azionarie. Da un’analisi dei passati livelli delle valutazioni emerge tuttavia che le azioni non risultano ancora sopravvalutate.

Inoltre, una crescita più sostenuta potrebbe determinare un incremento degli utili aziendali. Il cosiddetto “smart money” dovrebbe preferire posizioni sottopesate sulle obbligazioni che offrono rendimenti inferiori associati a un rischio superiore, puntando invece sui titoli azionari. Quest’anno il famoso detto borsistico “vendi a maggio e vai via” potrebbe essere smentito: forse l’atteso aumento dei tassi di interesse renderà più accidentato l’andamento dei titoli azionari, ma i momenti di flessione del mercato potrebbero rivelarsi buone opportunità d’acquisto. Inoltre, i flussi di capitali indicano che i primi investitori stanno ridefinendo le proprie posizioni rispetto ai mercati emergenti. Per quanto ci riguarda, confermiamo in ogni caso la nostra strategia selettiva e favoriamo i mercati emergenti che mostrano una ridotta dipendenza dai prezzi delle materie prime, oltre a vantare ottimi fondamentali – per investire in questa asset class, l’interesse personale deve essere ancora ponderato da una certa prudenza. Per il 2014 confermiamo le nostre aspettative di una crescita dello 0,9% per l’economia dell’Eurozona.

Ci preoccupano, invece, i differenti tassi di crescita che contraddistinguono la regione. Secondo le attese, nel 2014 la crescita economica dovrebbe raggiungere l’1,5% in Germania, lo 0,5% in Francia, l’1,0% in Spagna e lo 0,5% in Italia. Questa frammentazione dei tassi di espansione probabilmente determinerà andamenti diversi dei prezzi. Ad aprile 2014 il tasso di inflazione si è attestato all’1,1% in Germania (raffronto dei prezzi rispetto allo stesso mese dello scorso anno), mentre è risultato pari a 0,7% in Francia, 0,6% in Italia e 0,3% in Spagna. La Grecia ha invece riferito una flessione dei prezzi dell’1,5%. In considerazione del rafforzamento della crescita e di una maggiore stabilità economica dell’Eurozona, le autorità non mostrano alcun segnale di preoccupazione in materia di deflazione. Secondo quanto dichiarato dal Consiglio direttivo della BCE, “le aspettative d’inflazione a medio-lungo termine per l’area dell’euro rimangono saldamente ancorate in linea con l’obiettivo del Consiglio direttivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2%”. Pertanto è poco probabile che i consumatori taglino le spese in previsione di una flessione dei prezzi, e che la crescita ne risenta.


Per il 2014 confermiamo quindi le nostre previsioni di un’inflazione all’1% nell’Eurozona.  

Asoka Wöhrmann, Co-chief Investment Officer DeAWM


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