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25/06/2014

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Camere di commercio: obiettivo 30mila imprese di giovani in piu' in due anni

Servizi gratuiti e niente tasse per contrastare la crisi occupazionale. Secondo i dati Unioncamere, sono 144mila posti di lavoro in meno nel 2014. Erano il doppio nel 2013

Trentamila nuove imprese giovanili e 51mila occupati in più in due anni. Con un incremento del valore aggiunto del sistema Paese di quasi 3 miliardi di euro che “schizza” a 7,5 miliardi e a oltre 130mila occupati complessivi considerando l’indotto attivato da queste nuove imprese. E’ l’obiettivo del sistema delle Camere di commercio italiane per dare un contributo fattivo alla lotta alla disoccupazione giovanile. Unioncamere stima infatti che siano 123mila i giovani che avrebbero intenzione di dar vita a una nuova iniziativa imprenditoriale ma che, per mancanza di mezzi finanziari o per le difficoltà connesse alla fase di start up (difficoltà burocratiche, poca conoscenza dei mercati, ecc.), rinunciano al proprio proposito. Il sistema camerale, per facilitare la nascita di giovani imprese, propone al Governo di consentire l’esenzione totale per i primi due anni dei costi relativi all’iscrizione al Registro delle imprese delle Camere di commercio e la gratuità dei servizi di accompagnamento per i giovani che vogliano aprire una impresa.

 “Le prime anticipazioni disponibili del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro mostrano che, sebbene l’emorragia di personale stia rallentando, anche il 2014 sarà un anno duro per l’occupazione in Italia”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “In un momento in cui la disoccupazione giovanile ha toccato il livello record del 46%, il sistema camerale non può e non vuole restare a guardare. La rete degli Sportelli per l’imprenditorialità giovanile, varata nelle scorse settimane, è quindi pronta ad accogliere, assistere e accompagnare i tanti giovani che hanno in animo di mettersi in proprio e far nascere una impresa. Con servizi altamente professionali totalmente gratuiti e senza pagare un solo euro di tasse alle strutture camerali per i prossimi due anni”.

Tutti i giovani aspiranti imprenditori potranno rivolgersi agli Sportelli per l’imprenditorialità giovanile attivati dalle Camere di commercio (vedi l’elenco su

filo.unioncamere.it/">www.filo.unioncamere.it), ricevendo assistenza e supporto per l’avvio di una nuova iniziativa imprenditoriale. Il tutto senza pagare nulla, né il servizio, né il diritto annuale o i diritti di segreteria previsti dalla normativa. D’altro canto, secondo le stime di Unioncamere, sono almeno 123mila i giovani potenziali imprenditori tra i 18 e i 34 anni oggi esistenti in Italia. Nel caso in cui tutti questi aspiranti capitani d’impresa concretizzassero il proprio sogno, l’esercito delle 653.000 imprese under 35 già esistenti si ingrosserebbe del 19%, portando l’universo delle imprese giovanili a circa 776.000 unità. Le potenzialità imprenditoriali giovanili sono più forti nel Mezzogiorno, non fosse altro per l’ampio “esercito di riserva” di disoccupati che include: in tale area infatti i potenziali neoimprenditori under 35 ammontano a 77.600, pari ad oltre il 60% del totale nazionale. Essi apporterebbero una crescita all’attuale stock imprenditoriale under 35 meridionale di quasi il 30%. Le altre ripartizioni risultano molto più distanziate, con il Centro che vedrebbe crescere la propria base imprenditoriale giovanile del 15%, grazie a quasi 20.


000 giovani neoimprenditori potenziali, a cui segue il Nord Est con un aumento dell’11% (11.400 i giovani “neocapitani di impresa” potenziali) e il Nord Ovest con una crescita del 9% (14.400).  

Occupazione: 144mila posti di lavoro in meno nel settore privato nel 2014

 

Poco meno di 792mila entrate a fronte di 935mila uscite. Saldo, quindi, negativo di 143.700 unità ma dimezzato rispetto alle 250mila previste nel 2013. I primi dati sulle previsioni di assunzione delle imprese dell’industria e dei servizi per il 2014, provenienti dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, evidenziano un rallentamento della perdita di personale nel settore privato. Ciò si deve sia all’incremento delle assunzioni programmate rispetto a quelle previste nel 2013 (+42.000), sia alla riduzione delle uscite (-64.600). Nel 2014, quasi 36mila posti di lavoro andranno persi nel settore manifatturiero, 39mila nelle costruzioni e 67.300 nei servizi. In tutti e tre i casi si assiste a saldi negativi più contenuti rispetto alle previsioni formulate per il 2013, quando, infatti, la riduzione di occupazione dell’industria in senso stretto superava le 61mila unità, quella delle costruzioni sfiorava le 59mila e quella dei servizi toccava le 127mila.


Rallenta considerevolmente, ma comunque resta elevata, la perdita di personale attesa dalle imprese di minore dimensione (-82.600 il saldo entrate-uscite). Circa 33mila posizioni si ridurranno anche nelle aziende con 10-49 dipendenti mentre 16.800 riguarderanno quelle con 50-249 dipendenti. Circa 11mila, infine, interesseranno le imprese di taglia superiore. Nel loro complesso, le imprese fino a 50 dipendenti genereranno l’80% del saldo negativo totale, 3 punti percentuali in più (ma fortunatamente con valori assoluti meno elevati) di quanto registrato nel 2013. Il Nord-Est è l’area che conterrà maggiormente la perdita di personale nel 2014: -29.500 il saldo tra entrate ed uscite previste. Nord-Ovest e Centro si approssimano entrambe alle 32mila unità in meno, mentre nel Mezzogiorno occorre attendersi la perdita di 49.800 posti di lavoro. Lombardia, Veneto e Sicilia le regioni in cui l’occupazione si ridurrà maggiormente nel corso del 2014. Quasi 18.600 i posti di lavoro persi  in Lombardia e oltre 12mila quelli di Veneto e Sicilia. Roma (-6.500), Napoli e Torino (entrambe intorno ai -4.800), invece, le province con i saldi maggiormente negativi.


Minime riduzioni (intorno alle 300 unità) sono attese invece a Crotone, Rovigo, Asti e Biella.  

La dinamica delle entrate

 

Le 791.500 entrate previste nel 2014 si ripartiranno tra circa 382mila assunzioni non stagionali, 231.500 stagionali e 85mila interinali. A questi lavoratori alle dipendenze si aggiungeranno 58.600 collaboratori a progetto e ulteriori 35mila entrate di collaboratori a partita Iva e occasionali. A crescere, rispetto alle previsioni 2013, saranno le assunzioni non stagionali (+14.400) ma soprattutto quelle a carattere stagionale (+35.600), in virtù di una crescente domanda delle imprese del settore turistico (15mila in più le assunzioni previste quest’anno rispetto al precedente). In rallentamento rispetto alle previsioni 2013 la domanda di lavoratori interinali (-700 le assunzioni previste), di collaboratori a partita Iva e occasionali (-250) ma, soprattutto, di collaboratori a progetto, che dovrebbero essere oltre 7mila in meno del 2013. A livello territoriale, il maggior assorbimento di personale si dovrebbe registrare nel Nord-Ovest (228.


300 le entrate previste), quindi dal Nord-Est (206mila). A seguire il Mezzogiorno, con 201.600 entrate programmate, e il Centro (155.500). Rispetto al 2013 è però soprattutto l’area Nord-Orientale quella che presenta un incremento della forza lavoro (15mila le entrate previste in più), seguita dal Mezzogiorno (+11mila). Supera le 147mila unità la domanda delle imprese lombarde, con Milano che da sola ne somma 65.200. Elevata però anche la richiesta del Veneto (quasi 79mila) e dell’Emilia Romagna (77.600). Più di 61.600 le entrate programmate, inoltre, dal sistema produttivo romano e 34.500 da quello napoletano. 


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