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09/07/2014

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Bellezza e la cultura trainano l'occupazione tra aprile e giugno

Dardanello (Unioncamere): Nel II trimestre 72mila posti di lavoro in più grazie agli stagionali del turismo, il doppio rispetto al 2013. Nord-Est e Mezzogiorno trainano il comparto

L’occupazione tra aprile e giugno riparte dall’industria principe del made in Italy: il turismo. Alte infatti le opportunità per i diversi profili professionali utilizzati – nella gran parte dei casi con contratti stagionali – dalle imprese del settore, assunti in vista della stagione estiva: cuochi, camerieri, addetti all’accoglienza, all’informazione, ai servizi e all’assistenza alla clientela. D’altro canto, come mostrano i programmi di assunzione delle imprese dell’industria e dei servizi per il II trimestre 2014, monitorate da Unioncamere e Ministero del Lavoro, il saldo finalmente positivo tra entrate e uscite di personale, atteso per questo trimestre, si dovrà essenzialmente alla componente stagionale che, con le sue 104mila le entrate previste tra aprile e giugno, mette il segno “più” davanti al bilancio occupazionale del settore privato: 72mila i posti di lavoro che le imprese creeranno nei tre mesi (il doppio rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno), come risultato delle 250mila entrate programmate (+18mila rispetto al II trimestre del 2013) e delle 177mila uscite preventivate (-19mila).

“La bellezza e la cultura sono uno dei punti di forza del nostro Paese - sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - e per questo, come sistema delle Camere di commercio, abbiamo investito 53 milioni di euro a favore del sistema culturale e turistico. Un apporto, quindi, considerevole, messo oggi in serio rischio dal dimezzamento del diritto annuale previsto dal decreto di riforma della Pa approvato dal Governo. La riduzione drastica delle risorse, infatti non consentirebbe più alle Camere di Commercio di garantire per l’avvenire questi interventi dai quali dipendono 132 milioni di euro di Pil e 5.700 addetti considerando l’indotto correlato”.  

72mila posti di lavoro grazie essenzialmente al turismo

 

Dopo tre trimestri col segno meno e grazie a un rallentamento delle uscite previste, il saldo torna in terreno positivo: 72.500 i posti di lavoro che verranno creati in più dalle imprese dell’industria e dei servizi a fronte dei 36mila del II trimestre dello scorso anno (influenzato anch’esso, come di consueto, dal forte aumento delle assunzioni stagionali).

Mentre il settore manifatturiero continua a ridurre, seppure di poco, la propria forza lavoro (-380 il saldo tra entrate e uscite), essenzialmente a causa delle difficoltà persistenti per il settore tessile, del legno e di quello metallurgico, i servizi aprono le porte delle aziende a quasi 73mila nuovi assunti. Determinante in quest’ambito è però il dato del settore turistico, il cui saldo positivo di 63mila posti di lavoro è fortemente legato alla stagionalità. A provare a far ripartire la macchina dell’occupazione sono prevalentemente le imprese di minori dimensioni il cui saldo tra entrate e uscite svetta a quasi 70mila unità in più (erano 32.600 nel II trimestre del 2013). In flessione di 3.200 unità l’occupazione nelle imprese fino a 50 dipendenti, mentre aumenteranno di 6.600 unità i posti di lavoro nelle imprese maggiori.  

Professioni: forte richiesta di quelle legate al turismo e delle non qualificate

 

La fortissima concentrazione delle assunzioni previste nel settore terziario, e in particolare nei comparti direttamente o indirettamente legati al turismo, esalta la domanda di profili professionali destinati specificatamente a tali attività, quali cuochi, camerieri e simili (61mila quelli previsti in entrata), in vetta tra le 4 professioni che occupano saldamente le prime posizioni della graduatoria per numero di assunzioni previste.


A seguire, si incontrano le 18mila entrate di personale non qualificato addetto principalmente ai servizi di pulizia, gli oltre 15mila commessi di negozi ed esercizi all’ingrosso e i quasi 10mila addetti all’accoglienza, informazione e assistenza alla clientela. Probabilmente connesse agli stessi settori di attività vi sono altre due tipologie di professioni che registrano un consistente numero di entrate previste: quella dei conduttori di mezzi di trasporto (sesta in assoluto, con oltre 7.200 assunzioni previste, il 62,6% in più rispetto al 1° trimestre) e quella degli addetti ai servizi di sicurezza, vigilanza, custodia, per la quale si prevedono circa 5 mila assunzioni, oltre cinque volte le poco più di 900 previste nel 1° trimestre dell’anno. Un importante contributo all’aumento della domanda di lavoro è dato da altri due gruppi di professioni, quello degli operai dell’industria alimentare, e quello del personale generico delle costruzioni, rispettivamente in decima e 18esima posizione per numero di assunzioni (5.600 e 2.800 circa), ma in aumento, rispettivamente, di 2.


200 e di 2mila unità. La prima professione di livello elevato in graduatoria (in ottava posizione), è quella dei tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione, con oltre 5.900 assunzioni previste, quasi 450 in più rispetto al 1° trimestre, e soprattutto, oltre 1.100 in più nel confronto su base annua (+23,6%). Nel loro insieme, tuttavia, le professioni tecniche non hanno un andamento altrettanto brillante, soprattutto rispetto al 2° trimestre del 2013, con riduzioni accentuate sia dei tecnici amministrativi, finanziari e bancari (oltre 900 assunzioni in meno, pari al -15,4%), sia dei tecnici della sanità, le cui assunzioni sono previste in calo di oltre 500 unità (-17,5%). In aumento sono anche le assunzioni previste di professioni operaie, che nel loro insieme saranno oltre 35.700: 5mila in più rispetto ai primi 3 mesi dell’anno (+16,4%), ma soprattutto, quasi 3.200 in più rispetto allo scorso anno, per una variazione tendenziale del + 9,8%, la prima di segno positivo durante gli ultimi 4 trimestri. La particolare consistenza delle assunzioni di questi profili e di altri destinati ai comparti che beneficiano della stagionalità di questo periodo, si accompagnerà, inevitabilmente, a un abbassamento dei livelli di scolarità mediamente richiesti, con la quota congiunta di laureati e diplomati che scenderà sotto il 50% (era il 57,5% nei primi 3 mesi dell’anno), superata da quella dell’insieme di qualificati e persone senza formazione specifica (51,6%).


 

Il territorio: Nord-Est e Mezzogiorno cercano di recuperare

 

I migliori saldi attesi si dovrebbero registrare nel Nord-Est (+22.100) e nel Mezzogiorno (+25.500), mentre più contenuto risulta l’andamento previsto per il Centro (+16.700). Non ha ancora “acceso i motori” l’occupazione nel Nord-Ovest, dove, pur risultando positivo, il saldo entrate-uscite si ferma a 8.100 unità. Considerando le sole entrate non stagionali, le regioni che nel II trimestre assumeranno di più sono, in valori assoluti, Lombardia, Lazio e Veneto. In Lombardia, tuttavia, le 19.800 assunzioni non stagionali previste risultano in calo sia rispetto al trimestre precedente (-1.840), sia rispetto allo scorso anno (-390). A livello provinciale, la graduatoria vede al primo posto Roma (9.300 assunzioni non stagionali previste, +1.900 rispetto allo scorso anno, +1.000 rispetto al I trimestre 2014), Milano (-600 rispetto al 2013, -1.000 rispetto a gennaio-marzo scorso), Napoli (-600 rispetto al 2013, -200 rispetto al trimestre precedente).


 

Più lavoro ma sempre meno stabile

 

Per i mesi compresi tra aprile e giugno prossimo, le imprese dell’industria e dei servizi hanno previsto di stipulare complessivamente 250mila contratti di lavoro. Di questi: 104mila saranno a carattere stagionale, quasi 100mila i non stagionali, 25mila gli interinali. A questi si aggiungono 13.300 collaboratori a progetto e 8.200 collaboratori a partita Iva o occasionali. Rispetto al I trimestre dell’anno, mentre si moltiplicano le opportunità di lavoro per i contratti stagionali (erano 19mila quelli previsti tra gennaio e marzo), in virtù sia dello slittamento al II trimestre delle assunzioni stagionali necessarie alle imprese turistiche per far fronte al periodo pasquale, sia in previsione della stagione estiva, si riducono di 19.500 unità i margini per lavoratori non stagionali o quelli per i quali le imprese utilizzeranno altre tipologie contrattuali, anche in forma “autonoma” (146.260, a fronte dei 165.830 dello scorso trimestre).  Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, tuttavia, saranno quasi 18mila le entrate complessive in più, grazie a una forte spinta delle assunzioni stagionali (+9.


500) e a un minor impulso resto delle altre tipologie di entrate (+8.400). Il lavoro creato dal settore privato si fa ancora un po’ meno “stabile”: 38.100 i contratti a tempo indeterminato che le imprese intendono stipulare tra aprile e giugno (900 in meno del trimestre precedente ma 600 in più rispetto al II trimestre 2013), che andranno a rappresentare il 15,2% delle entrate totali (erano il 21,1% nel I trimestre dell’anno e il 16,1% nel II trimestre 2013). Saranno invece 150.500 i rapporti “a termine” attivati, oltre 10mila in più del 2013 con un incremento del +7,3%, sui quali la componente più rilevante è quella del lavoro stagionale (che aumenta del 10% rispetto al II trimestre 2013). Notevole anche l’incremento relativo dei contratti “acausali”: saranno oltre 15.500, circa 2.700 in più rispetto a un anno fa (+21,5%). Rispetto ad aprile-giugno 2013, aumentano le opportunità anche per i lavoratori interinali (circa 25mila, con un incremento del 28,2% rispetto allo scorso anno) mentre si assottigliano i margini per i contratti a progetto (quasi 13.400 quelli attesi), che si riducono del 9,9% rispetto allo scorso anno.


In compenso, compiono un vero e proprio balzo in avanti (relativo) le partite Iva e i contratti occasionali: 8.200 quelli previsti nei mesi in corso, con un aumento del 44% rispetto allo scorso anno.  

 


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