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23/07/2014

idee

Mork & Mindy e il trenino tedesco

Mork viene dal pianeta Ork e Mindy cerca di spiegargli come funziona la vita sulla terra. Una rubrica di Gian Luca Bocchi

Mork: Ciao Mindy, hai novità? Ho sentito alcune persone parlare di un disastro ferroviario, che è successo in Germania è deragliato un treno?

Mindy: Ciao Mork, non so nulla. Ho sentito le notizie stamattina, ma non mi risulta proprio.. per fortuna! Ma chi te lo ha detto scusa?

Mork: Veramente stavo facendo jogging all’idroscalo e ho superato un paio di persone che parlavano di una locomotiva tedesca che si era guastata...

Mindy: Ahhhhhhh, ecco. Caro Mork, nonostante i tuoi tangibili ed apprezzamenti miglioramenti, qualche piccola gaffe ce la infili sempre, e devo dire che è anche il tuo bello. Credo che i signori cui ha carpito lembi di conversazione stessero facendo riferimento a tutt’altro. Parlavano si di una locomotiva, ma alludevano probabilmente all’economia tedesca, spesso apostrofata come “locomotiva” della crescita europea. Nessun incidente ferroviario pertanto, quanto piuttosto un evidente guasto alle dinamiche di crescita della Germania stessa che negli ultimi dati economici ha palesato manifeste difficoltà a mantenere il proprio Pil al di sopra della soglia di galleggiamento.



Mork: Ma scusa Mindy a cosa ti riferisci esattamente? Io leggo sempre che i tedeschi producono di più, esportano di più, crescono di più. Ci mancava pure che vincessero i mondiali di calcio!

Mindy: Hai proprio ragione Mork. Su questo non posso darti torto, e la finale dei mondiali sembra quasi una parodia delle vicissitudini economico finanziarie dei due Paesi. La vittoria della logica, del rigore e della continuità contro il disordinata di bilancio e l’incubo di un nuovo default. Ma al di là di questa similitudine un po’ forzata, e parafrasando il grande (tedesco) Albert Einstein ti ricordo che è tutto relativo! Anche io sarei considerata altissima tra le popolazioni pigmee o groenlandesi e la Germania è relativamente migliore dell’Italia sotto diversi aspetti economici è in generale questo è il percepito comune: i tedeschi sono più produttivi, sono più competitivi, sono più specializzati sui segmenti ad alto contenuto tecnologico. Lo stato è meno indebitato, non ha deficit di bilancio e una disoccupazione inferiori al 2008. Beh, sappi Mork che tutto questo è più o meno vero, anche se i dovuti approfondimenti farebbero apparire e cose in tutt’altra luce.

In ogni caso, lasciando magari ad un altro momento questi approfondimenti sui numeri tedeschi, sta di fatto che ora il panzer industriale teutonico pare essersi inceppato. Gli ultimi dati relativi alla produzione industriale, agli ordinativi industriali, alle vendite, alla bilancia commerciale nonché al sentiment tra gli operatori professionali mostrano molteplici segnali di debolezza, proprio ora che qualche timido risveglio economico si respira in Spagna ed in Italia per esempio. Certo, se dopo un’iniziale buona partenza d’anno, tutto si fosse già fermato non ci sarebbero buone nuove nemmeno per la periferia euro nei prossimi mesi.

Mork: Ma scusa Mindy, tu elenchi tra i dati negativi anche la bilancia commerciale, ma io avevo letto da qualche parte nel web che il saldo era invece positivo e crescente… Non è che ti sbagli?

Mindy: Purtroppo non mi sbaglio, Mork. Effettivamente il saldo tra importazioni ed esportazioni è risultato positivo e in aumento, ma come tu sai oltre alla risultante occorre guardare anche le due componenti. Sappi che entrambi sono calate: sia le esportazioni, scese a 92,8 miliardi di euro ( che tra l’altro è un livello delle esportazioni medio degli ultimi due anni) che le importazioni, scivolate a 74,1 miliardi di euro, il livello più basso dal marzo 2013… Non esattamente un’economia vigorosa.


Purtroppo il grande problema della Germania è che avendo compresso molto i salari per essere ultra-competitiva sull’export, si ritrova una domanda interna molto debole e la maggior parte dei tedeschi può permettersi di spendere solo lo stretto necessario. Certo è che i costi della disoccupazione sono stati “socializzati”, nel senso che i minori compensi salariali sono stati redistribuiti su tutta la forza lavoro: oggi infatti il tasso di disoccupazione tedesco è appena superiore al 6% , la metà del nostro, ma quasi un quarto dei lavoratori è occupato nei mini-jobs che hanno una retribuzione media mensile intorno ai 500 euro. E tu mi dirai meglio così piuttosto che avere il 13% di disoccupazione generale e il 50% di disoccupazione giovanile: infatti come dicevi è tutto relativo. Non è che i tedeschi stiamo bene, ma certamente meglio di noi.

Mork: E dunque utilizzando la terminologia ferroviaria che mi ha confuso all’inizio potremmo dire che la locomotiva tedesca è diventata un trenino...

Mindy: Infatti Mork, mi sembra appropriato.


E comunque è ancora saldamente sui binari.. e questo è positivo, almeno in senso relativo.  


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