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24/09/2014

economia

L'azionario europeo offre ancora qualche speranza

Craquelin (Financière De l’Echiquier): Flessione dell'euro e calo dei tassi di interesse sono fattori positivi. E anche USA, India e Cina sono in miglioramento

L’estate del 2014 non è sfuggita alla forte volatilità diventata un classico ormai dei periodi estivi, anche se lo scenario con cui ci siamo confrontati non è stato tormentato come nell’estate del 2011. A luglio i mercati segnavano una forte flessione dovuta all’effetto congiunto di tre fattori: il rallentamento economico in Europa, la ricomparsa del rischio deflazionistico nell’Eurozona e l’inasprimento di alcune crisi geopolitiche mondiali. 
Questi rischi, che hanno inizialmente destato preoccupazione per gli investitori, sono poi scemati progressivamente consentendo dall’8 agosto un nuovo afflusso di capitali. 
In Europa non si è ancora concretizzata l’attesa ripresa economica e gli utili per azioni non hanno per ora ricominciato a crescere. 
Alcuni parametri intervengono tuttavia a sostegno del mercato azionario:

- Nel suo ultimo intervento durante la conferenza dei governatori centrali di Jackson Hole, Mario Draghi ha riaffermato la politica volontaristica della Banca Centrale Europea che riconosce la minaccia deflazionistica e afferma che adopererà “ogni strumento a sua disposizione per garantire la stabilità dei prezzi” (ultimo vedi tagli dei tassi).

- Il calo dei tassi di interesse europei nel lungo termine ha subito un’accelerazione nel corso delle ultime settimane e ha toccato i minimi storici: il rendimento del Bund tedesco a 10 anni è cosi sceso al di sotto dell’1% (vs 1,25% il 1° luglio 2014). Questa forte riduzione fa crescere il premio al rischio sulle azioni europee allorché la ricerca del rendimento incita a una rotazione delle allocazioni dalle obbligazioni verso asset a maggior rischio. - La flessione dell’Euro nei confronti della valuta americana si accentua: -3,65% dal 1° luglio 2014. L’attuale quotazione, inferiore a 1,32 dollari, depone nuovamente a favore delle aziende esportatrici europee.  

Negli Stati Uniti l’estate ha confermato la buona tenuta dell’economia.

 

Gli ultimi dati aziendali pubblicati sono incoraggianti e mai dal 2007 il livello di fiducia delle famiglie era tornato a essere così alto. Anche in questo caso il trend si rivela favorevole all’investimento azionario.  Gli indici sfiorano record storici: l’S&P 500 ha superato la soglia dei 2000 punti per la prima volta.


Questa reazione è rassicurante e sta a indicare che le quotazioni non vengono penalizzate dall’esaurirsi progressivo delle misure di sostegno della Riserva Federale. Del resto, il mercato è in preda a un grande dinamismo dovuto alle fusioni e acquisizioni.  

- È ancora in atto la ripresa dei mercati emergenti, come avevamo del resto anticipato (ad eccezione della Russia). - In Cina il governo è intervenuto con una serie di misure finalizzate, sullo sfondo di uno scenario macroeconomico che sta migliorando. - Qualche Paese approfitta di un’agenda politica favorevole. Il mercato indiano ha continuato a sfruttare gli effetti conseguenti alla tornata elettorale di maggio, mentre la prospettiva del prossimo appuntamento con le urne genera lo stesso impatto in Brasile.  

Marc Craquelin, Direttore dell’Asset Management di Financière De l’Echiquier

 

 


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