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10/12/2014

economia

L'eurozona deve far ripartire la domanda e la Cina mantenerla viva

Gurria (OCSE): E’ necessaria una forte risposta politica per evitare rischi per la crescita. Divergenti politiche monetarie potrebbero portare ad una maggiore volatilità finanziaria per le economie emergenti

Le modeste previsioni sull'economia mondiale, il perdurare dell'alta disoccupazione, e il rallentamento della potenziale produzione, dovrebbero stimolare i governi, con un maggiore senso di urgenza ad utilizzare appieno le leve di politica monetaria, fiscali e strutturali per sostenere la crescita, soprattutto in Europa. Questo in sintesi è quanto emerge dall'ultimo Economic Outlook dell'OCSE.
Le prospettive economiche richiamano l'attenzione su una economia globale bloccata su marce bassa, con la crescita del commercio e degli investimenti meno performanti delle medie storiche e divergenti modelli di domanda tra Paesi e regioni, sia nelle economie avanzate sia in quelle emergenti.
"Siamo lontani dall'essere sulla strada per un sano recupero. Vi è un crescente rischio di stagnazione nella zona euro che potrebbe avere un impatto a livello mondiale, mentre il Giappone è caduto in una recessione tecnica", ha affermato il segretario generale dell'OCSE Angel Gurria. "Inoltre, divergenti politiche monetarie potrebbero portare ad una maggiore volatilità finanziaria per le economie emergenti, molte delle quali hanno accumulato alti livelli di debito".


Secondo l'Outlook, la crescita del PIL mondiale dovrebbe raggiungere un tasso del 3,3% nel 2014, prima di accelerare al 3,7% nel 2015 e al 3,9% nel 2016. Questo ritmo è modesto rispetto al periodo pre-crisi e un po' al di sotto della media di lungo periodo.
L'area dell'euro dovrebbe crescere dello 0,8% nel 2014, prima di una lieve accelerazione ad un tasso dell'1,1% nel 2015 e dell'1,7% nel 2016.
Una stagnazione prolungata nell'area dell'euro potrebbe trascinare verso il basso la crescita globale e avere effetti a catena su altre economie attraverso legami commerciali e finanziari. Uno scenario dell'Outlook mostra come uno shock negativo potrebbe portare un lungo periodo di crescita molto bassa e a un altrettanto esteso di molto bassa inflazione nell'eurozona, con conseguenze sulla disoccupazione già a livelli inaccettabilmente elevati.
"Con la zona prospettive dell'euro debole e vulnerabile a ulteriori cattive notizie, è necessaria una risposta politica forte, in particolare per rilanciare la domanda", ha affermato il capo economista dell'OCSE Catherine L.

Mann (nel Video). "Che vuol dire una maggiore azione da parte della Banca Centrale Europea e una politica fiscale più favorevole, in modo che ci sia spazio per profonde riforme strutturali. Un'Europa che sta facendo male è una cattiva notizia per tutti".
Tra le principali attività delle economie avanzate stanno guadagnando forza gli Stati Uniti, che si prevede abbiano una crescita del 2,2% nel 2014 e circa del 3% nel 2015 e 2016. In Giappone, la crescita è stata influenzata dagli aumenti fiscali sui consumi nel 2014, con una crescita prevista solo allo 0,4% nel 2014, e che salirà modestamente allo 0,8% nel 2015 e all'1% nel 2016.
Le grandi economie emergenti si prevede che mostreranno prestazioni divergenti nei prossimi anni. Il rallentamento della Cina verso tassi di crescita più sostenibili, vedrà la crescita del PIL scendere a un tasso del 7,3% nel 2014, per toccare il 7,1% nel 2015 e il 6,9% nel 2016. Tuttavia, il rapido aumento del credito, l'aumento delle attività di credito non bancario, del mercato immobiliare, e delle attività governative locali, sollevano preoccupazioni per la stabilità finanziaria.


Uno scenario nell'Outlook mostra che un calo del 2% nella crescita della domanda interna cinese abbassarebbe il PIL globale dello 0,3% l'anno.
"Le autorità cinesi dovranno utilizzare tutti i loro strumenti politici per mantenere l'economia in equilibrio", ha concluso Mann.

 

 


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