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31/12/2014

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Le societa' di beni di consumo sorpassano le banche nella guerra dei talenti

Manganini (Deloitte): Il dato emerge nella classifica delle scelte di carriera più popolari tra gli studenti di economia dell’area EMEA. In Italia le banche perdono attrattività, restano un posto di lavoro ambito, ma richiedono nuove competenze

Secondo la nuova ricerca Deloitte, le banche che vogliono conquistare gli studenti migliori e che vogliono vincere la guerra dei talenti, devono rinnovare il proprio "employer branding".
Nell'ambito delle scelte di carriera più popolari tra gli studenti di economia dell'area EMEA il settore bancario è sceso in seconda posizione, mentre il settore dei beni di consumo (Fast Moving Consumer Goods) si muove velocemente verso il primo posto e quello dei servizi informatici si assicura il terzo posto.
Lorenzo Manganini, Human Capital Leder di Deloitte in Italia, ha dichiarato: "Le banche hanno bisogno di studenti con competenze digitali che soddisfino sia le esigenze normative sia le necessità dei consumatori relative al banking online e mobile. Tuttavia, più di un terzo degli studenti dei 31 Paesi presi in esame dalla ricerca non vede le banche come strutture particolarmente innovative o dinamiche, una perdita – in qualche modo attesa - di interesse verso il settore. La sfida delle banche è quella di mostrare ai potenziali assunti la varietà di ruoli creativi digitali disponibili, sfida che richiederà un cambiamento radicale in termini di promozione del brand e dei processi di recruiting tra i futuri laureati".


L'operazione di svecchiamento è essenziale anche per cambiare la percezione negativa del settore che al momento prevale tra i futuri bancari. Quasi tre quarti (74%) non associano le banche all'idea di un lavoro flessibile, mentre più della metà è convinto che le banche non offrano un lavoro sicuro o un luogo accogliente dove lavorare. Meno di un terzo degli studenti associa il settore bancario all'idea di tolleranza nei confronti delle minoranze e solo il 38% è convinto che le banche sostengano la parità di genere. "Si tratta di un percepito più che di un dato reale - ha – commentato Manganini -– che conferma la necessità di lavorare sulle potenzialità e sui brand del settore"
"I dati dipingono un quadro netto, ma se si presta attenzione alle esigenze degli studenti, la soluzione appare a portata di mano. Gli studenti vogliono la sicurezza del lavoro e la ritengono il secondo più importante obiettivo di carriera. Chi prende in considerazione di lavorare per una banca apprezza anche la formazione professionale e la crescita lavorativa più di ogni altra caratteristica, compresi il pacchetto remunerativo", ha– continuato Manganini.

"Spetta alle banche promuovere posizioni che soddisfino la domanda e ribaltare le percezioni errate sulla propria identità e cultura. In caso contrario perderebbero l'occasione di sfruttare questa generazione di talenti, con conseguenze a lungo termine per la loro capacità di competizione verso nuovi concorrenti provenienti da altri settori".

La situazione italiana

Le banche italiane stanno attraversando un periodo di ristrutturazione significativa. La necessità di ridurre il numero di filiali ha portato a licenziamenti e un crollo dell'immagine delle banche come luogo lavorativo sicuro.
È quindi ancor più sorprendente che tra gli studenti di economia, il settore bancario sia tutt'oggi molto ambito; ma come dimostra la figura 1, il settore dei beni di consumo nel 2014 ha raggiunto per attrattività quello bancario, segue al terzo al posto il settore del Lusso e ben distanziato troviamo l'Automotive che risulta essere il settore preferito solo dall'8% degli studenti di economia.
Le banche continuano a rappresentare per il 19,3% degli studenti italiani di economia il lavoro ideale.

Un risultato superiore, tra i lavori considerati "ideali dagli studenti italiani di economia, rispetto ai 13 Paesi EMEA analizzati, Regno Unito a parte. Infatti, sono due le banche presenti nella classifica delle top 5 società più ambite in cui lavorare: Unicredit Group e Intesa San Paolo.
È interessante notare inoltre come gli studenti italiani preferiscano lavorare in società nazionali piuttosto che estere. A parte Google che domina la classifica, il resto delle società presenti sono infatti italiane, incluse le due banche citate.
L'equilibrio tra lavoro e vita privata continua a essere l'obiettivo principale per gli studenti italiani che vogliono lavorare in banca, la sicurezza del lavoro è ora al secondo posto, davanti alla possibilità di avere una carriera internazionale.
Questo conferma la persistente incertezza del mercato del lavoro italiano e, se analizziamo il settore bancario, in particolare riflette il noto trend in atto di razionalizzazione delle filiali e quindi il rischio esuberi.
Un altro spunto interessante che emerge dalla Survey è la durata della prima esperienza lavorativa; gli studenti che mirano a una carriera nel settore bancario, si aspettano che il primo lavoro possa durare più di un anno.


Solo gli studenti spagnoli pensano che entro l'anno lasceranno il lavoro, mentre in Francia, Germania e Gran Bretagna, più del 40% spera di mantenere il proprio lavoro più di 5 anni.
Infine, quello che motiva maggiormente gli studenti italiani, coerentemente con quelli dell'area EMEA, non è il solo il pacchetto remunerativo ma soprattutto l'offerta di formazione e un lavoro stimolante.
 


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