IS a caccia di petrolio allarga il califfato in Libia allertando la NATO
Segre (ASSIOM FOREX): Nei prossimi tre mesi il petrolio non scenderà a 20 dollari Usa, l'oro continuerà a interessare solo gli svizzeri, mentre l'Europa è ormai stretta tra un conflitto ad est ed uno a sud
É una marcia inarrestabile quella del califfato dei salafiti estremisti che, sotto la bandiera dell'IS, ora si allargano alla Libia in attesa di ricongiugersi ai gruppi affiliati africani di Boko Haram e Al Shabaab che operano tra Nigeria, Camerun, Kenya e Somalia. Troppi passi falsi nel Mediterraneo dal fallimento del Progetto UE dell'EuroMed, alla guerra del 2011 che ha disgregato la Libia definitivamente sino all'attentato di Tunisi all'Ambasciata Usa ed al cambiato atteggiamento degli americani verso le questioni mediorientali.

Certo il disegno strategico Usa è stato modificato ed adattato, dopo la manovra Opec di ribasso sul petrolio, alle esigenze di rivedere gli equilibri mondiali a favore di un indebolimento dell'asse tra Europa e Russia a favore degli Usa e di Paesi alleati come la Polonia, anche nell'ottica di favorire un'approvazione del TTIP, il partenariato transatlantico per il commercio. Un accordo a tutto vantaggio Usa che ricorda il tentativo di Bush di far digerire l'ALCA al "cortile di casa" latinoamericano.
L'incapacità USA di muoversi
Andando per ordine, dopo l'attentato di Tunisi del 2012 la politica americana verso il MedioOriente ha subito un drastico cambiamento, l'amministrazione Obama ha pagato un elevato prezzo politico ed il consenso è crollato. Prendere le distanze non intervenendo in Siria direttamente, se non con forniture esterne ai ribelli anti Assad, ha visto un ulteriore raffreddamento del rapporto con i sauditi e un'avvicinamento incoerente all'Iran. Dapprima gli Usa annunciarono di voler prevenire qualsiasi proliferazione nucleare poi l'abilità iraniana ha spostato i negoziati verso un'accettazione della stessa, sebbene sotto controllo Usa. Non considerando che l'Iran nucleare avvallerebbe una politica nucleare da parte di sauditi e turchi con la scusa di doversi dotare delle opportune difese. Intanto l'Iran continua ad armare Hezbollah con un numero indefinito di razzi. Hezbollah, alleato di Assad, vuole difendersi dai ribelli siriani che mirano a sconfinare in Libano. La mossa iraniana intende mettere sotto pressione gli Usa paventando un allargamento del conflitto verso Israele che è impossibilitato a difendersi su due fronti, Hamas ed Hezbollah.
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