I consumatori premono sull'acceleratore e la ripresa USA cambia marcia
Grant (Threadneedle): la liquidità derivata dal basso prezzo della benzina rappresenta un aiuto considerevole, cui si aggiungono gli investimenti, maggior credito e una buona ripresa immobiliare
Per moltissime istituzioni internazionali ed esperti di settore, gli Stati Uniti saranno la locomotiva per la crescita globale del 2015. Ma molti dati di settore, l'atteggiamento prudenziale della FED e la caduta del prezzo del greggio lasciano più di qualche dubbio. Ne abbiamo parlato con Nadia Grant, gestore azionario USA per Threadneedle Investments.
L'anno scorso abbiamo assistito a una crescita economica relativamente vigorosa negli Stati Uniti, ma a un rallentamento in altre regioni. Frattanto, i prezzi petroliferi si sono ormai dimezzati e il dollaro USA ha registrato un'impennata. Alla luce di tali sviluppi, quanto è sostenibile la ripresa statunitense e la dinamica di questa crescita ne sarà influenzata?

Riteniamo che la ripresa economica statunitense abbia una base ampia e prevediamo una crescita del PIL di circa il 3% nel 2015, il che dovrebbe creare un contesto molto favorevole alle azioni. A nostro avvio i consumi rappresenteranno circa i due terzi di tale espansione (circa due punti percentuali) in rialzo dall'1,6% del 2014. I consumatori statunitensi stanno traendo enormi vantaggi dal tonfo delle quotazioni petrolifere. A gennaio un gallone di benzina costava in media 2,14 dollari e addirittura solo 1,80 dollari in alcuni stati, a fronte dei 3,50 dollari pagati prima del deprezzamento del greggio. Questa liquidità aggiuntiva disponibile rappresenta un aiuto considerevole per i lavoratori a basso reddito, che evidenziano una forte propensione alla spesa. Di conseguenza, il calo della benzina ha un impatto altamente stimolante sull'economia.

Secondo le nostre aspettative, gli investimenti incideranno sulla crescita complessiva per circa un punto percentuale, un livello più elevato rispetto all'anno scorso. Ciò può sembrare sorprendente alla luce dell'attenzione rivolta dai media alla rivoluzione dell'energia da scisti e della convinzione che l'investimento nel gas e petrolio abbia contribuito in misura significativa alla ripresa statunitense. Di sicuro molti investitori si chiedono se il calo dell'oro nero penalizzerà gli investimenti e quindi anche la crescita. Ma se è possibile che quello del gas e petrolio sia stato il segmento di investimento a crescita più sostenuta, va detto che solo l'8% degli investimenti complessivi è collegato a questo settore. Inoltre, prevediamo un rapido incremento degli investimenti in beni strumentali, dato che l'utilizzo della capacità produttiva è pari al 79%, un livello che in genere fa scattare un'accelerazione consistente della spesa per investimenti.
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