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25/03/2015

economia

A partire dal 1970 il 40% dei rendimenti azionari europei e' stato generato dai dividendi

de Vries-Hippen (AllianzGI): i dividendi sono un fattore chiave della performance in uno scenario di bassi tassi di interesse reali. Quelli europei sono i più attraenti a livello internazionale: Norvegia e Spagna offrono i maggiori rendimenti

I dividendi hanno rappresentato un fattore chiave nella performance degli investimenti nei contesti di bassi tassi di interesse reali, lo dimostra lo studio "Dividendi al posto di bassi tassi di interesse" effettuato da Allianz Global Investors sugli ultimi 45 anni.
Lo studio di AllianzGI rivela che le imprese europee riconoscono dividendi particolarmente elevati: nel 2014, il rendimento medio da dividendi dell'indice MSCI Europe è stato del 3,3%, generando un raro e storico divario tra i rendimenti da dividendi e quelli dei titoli di stato e societari europei. Al di fuori dell'Europa, altre regioni geografiche offrono rendimenti da dividendi superiori, in alcuni casi sensibilmente più elevati, rispetto ai titoli di Stato a 10 anni, tra cui Australia, Brasile, Nuova Zelanda e Norvegia.
Allo stesso tempo, i dividendi hanno dimostrato la loro capacità di migliorare la stabilità e le performance reali di un portafoglio. In passato, soprattutto gli investitori in azioni europee hanno goduto della distribuzione di dividendi notevoli. Su un periodo rolling a 5 anni, i dividendi a partire dal 1970 hanno contribuito costantemente e positivamente alla performance dell'indice MSCI Europe, permettendo di compensare parzialmente o almeno mitigare (1970-1975, 2000-2005) gli effetti delle perdite a livello di prezzo delle azioni.


I dividendi hanno rappresentato circa il 39% del rendimento annualizzato totale degli investimenti azionari per l'MSCI Europe per l'intero periodo dal 1970 al 2014. Hanno inoltre contribuito per più di un terzo alla performance totale in altre regioni, come il Nord America (MSCI North America) o in Asia-Pacifico (MSCI Pacific), anche se i rendimenti stessi da dividendo erano inferiori in termini assoluti.
Joerg de Vries-Hippen, Portfolio Manager del fondo Allianz European Equity Dividend, vede un altro vantaggio dei dividendi azionari nel contesto della politica monetaria espansiva: "Se la BCE raggiungerà sia l'obiettivo della crescita economica che il target di inflazione al 2% con le sue ultime misure di politica monetaria, gli investitori saranno ben posizionati con i dividendi azionari. Per la loro natura difensiva questi titoli offrono un'importante combinazione di rendimenti da dividendi relativamente elevati, volatilità storicamente bassa e protezione da inflazione e deflazione".
Nel 2015 de Vries-Hippen prevede un leggero "vento a favore" delle valutazioni delle azioni europee che più distribuiscono dividendi derivante dalla debolezza dell'Euro, che dovrebbe avere un impatto favorevole sulle esportazioni in dollari statunitensi.


L'aumento della domanda e maggiori guadagni per l'Euro dovrebbero avere un impatto generale positivo sulla situazione economica in Europa. L'Italia, dove i dividendi azionari l'anno scorso hanno generato un rendimento medio di oltre il 3%, si è guadagnata una maggiore attenzione nel contesto attuale: "L'Italia è un Paese particolare quando si tratta di azioni che distribuiscono dividendi: non rappresentano certamente la maggioranza delle azioni italiane, ma ci sono alcune emittenti con modelli di business unici che offrono pagamenti di dividendi attraenti e affidabili".


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