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01/04/2015

economia

Quanto rischio si è disposti ad assumere e accettare? Questo livello di rischio è in linea con gli obiettivi di lungo termine?

Bottillo (Natixis): c’è ancora spazio per individuare opportunità di rendimento, oppure quasi tutte le asset class sono divenute troppo costose? Dipende da quanto rischio si è disposti ad assumere e accettare

Andare a cercare valore nel 2015, tra la frenata della crescita globale e il crollo del prezzo del petrolio, non è facile. Alcuni esperti degli investimenti di Natixis Global Asset Management illustrano le proprie prospettive in tema di valutazioni e indicano dove sia possibile individuare attualmente le migliori opportunità in termini relativi e le residue occasioni d'investimento.
"I vari esperti degli investimenti delle nostre affiliate sono costantemente alla ricerca delle opportunità esistenti nelle varie aree geografiche e segmenti di mercato, analizzando al contempo i rischi insiti in ogni tipologia di investimento", ha sottolineato Antonio Bottillo, Executive Managing Director e Country Head per l'Italia di Natixis Global Asset Management. "Ma oggi più che mai il rischio diventa una variabile essenziale da valutare e prendere in considerazione come step iniziale di ogni processo di costruzione del portafoglio. La domanda cruciale da porsi e da porre ai risparmiatori è "quanto rischio si è disposti ad assumere e accettare e questo livello di rischio è in linea con gli obiettivi di lungo termine?".

Da questa domanda si può partire per costruire portafogli più robusti e durevoli, focalizzati sulle reali necessità degli individui".

Eillen Riley, global equiti manager Loomis, Sayles & Company sostiene che oggi, i titoli azionari sembrano offrire le opportunità relative più interessanti, soprattutto se confrontati con il mercato del credito. In ambito azionario, ritengo interessanti alcuni comparti del settore dei beni di consumo discrezionali, così come la sanità e la tecnologia.

La crescita degli utili è il principale driver del valore

In generale, possiamo dire che le varie fasi di espansione dei mercati azionari a livello globale negli ultimi anni si sono ormai concluse. Nei prossimi periodi, soprattutto sul mercato statunitense, le performance azionarie saranno legate sostanzialmente alla crescita degli utili. Di conseguenza, sarà sempre più importante selezionare attentamente i singoli titoli. Vi sono numerose realtà statunitensi che stanno andando bene e che sono in grado di far crescere i propri flussi di cassa e di utilizzare il capitale in eccesso per alimentare la crescita del prezzo azionario, sia attraverso operazioni di riacquisto azioni che effettuando fusioni e acquisizioni (M&A).


Un altro fattore positivo per i titoli azionari è costituto dall'aumento dei dividendi e dall'aumento di operazioni di riacquisto di azioni da parte delle grandi multinazionali. Il dividend yield (comprensivo del repurchase yield) dello S&P 500, è pari al 4%. Il che non è affatto male.

Le imprese giapponesi sono in salute

Sebbene il contesto macroeconomico del Giappone sia poco convincente e caratterizzato da numerose sfide (Abenomics e riforme), lo stato di salute delle imprese è positivo. Oggi i gruppi dirigenti sono lievemente più allineati con gli interessi degli azionisti. Per la prima volta alcune società hanno aumentato i dividendi e talvolta hanno riacquistato le proprie azioni. Inoltre, gli utili sono tornati ai livelli del 2007. Questo può essere in parte attribuito all'indebolimento dello yen, ma non penso che tale condizione cambierà a breve. Complessivamente, vi sono alcune opportunità di investimento a livello di singoli titoli in Giappone.

Yves Maillot, Head of Europe Equity Investment Natixi Asset Management: con un rapporto prezzo/utili (P/E) medio di 15,9 in base alla nostre ultime stime del consensus sugli utili per il 2015, le valutazioni azionarie europee non sembrano né costose né economiche in questo momento.


La crescita attesa degli utili (4% e -6% per gli utili nel Regno Unito) è stata colpita dalle correzioni al ribasso dei profitti del settore petrolifero. Tuttavia, se guardiamo al dividend yield medio del 3,5% (3,9% per i titoli nel Regno Unito), il mercato azionario europeo appare appetibile.
I titoli europei sembrano più interessanti rispetto a quelli statunitensi, che sono più costosi (rapporto prezzo/utili medio di 17,9 e rapporto prezzo/valore contabile di 2,6 secondo le nostre stime del consensus). Tuttavia, i titoli giapponesi (con un rapporto prezzo/utili di 14,6 secondo le attuali stime sugli utili) sembrano molto più economici seppur con un dividend yield inferiore (2%) rispetto a quello europeo, e i titoli dell'area Asia ex-Japan sono attualmente prezzati allo stesso livello di valutazione (rapporto prezzo/utili di 15,7).

L'indebolimento dell'euro è favorevole per le azioni europee

Grazie all'effetto combinato di un indebolimento dell'euro e della riduzione dei prezzi dell'energia sui profitti attesi, le stime sugli utili dovrebbero essere riviste al rialzo nei prossimi mesi.


Ad esempio, un prezzo del petrolio stabile nel range di 50 dollari al barile dovrebbe generare un upgrade di circa il 7% dei benefici in Europa, ed un aumento del 10% del tasso di cambio euro-dollaro dovrebbe costituire un effetto positivo di circa il 10%.
Nel complesso, credo che gli utili delle società quotate in Europa abbiano un potenziale di crescita del 10-15%, il che giustifica una simile performance dei titoli. Fino ad ora, il mercato azionario è stato supportato dall'annuncio a gennaio del programma di quantitative easing da parte della BCE, performando bene a partire da quel momento. Ritengo vi sarà una maggiore volatilità a causa delle incertezze presenti, ma le valutazioni relativamente interessanti e i potenziali aumenti degli utili lasciano spazio ad un ulteriore apprezzamento dei titoli.
Incertezza di mercato e volatilità possono generare un "premio" notevole per i settori difensivi dell'economa (sanità, beni di largo consumo, settore immobiliare, società high-yielding) nonché valutazioni interessanti per alcuni titoli ciclici. Continuiamo a preferire modelli di business caratterizzati da una crescita stabile dei flussi di cassa.


I bilanci aziendali sono tuttora favorevoli per gli azionisti.
L'efficiente utilizzo del denaro permane un tema importante per il 2015. Pertanto, rimangono particolarmente interessanti le realtà che offrono una crescita regolare sia del rendimento che del dividendo. Come possiamo vedere negli Stati Uniti, piani di buy-back azionario contribuiscono anch'essi al rendimento per l'azionista. Inoltre, prevedo per quest'anno l'attuazione di ulteriori fusioni e acquisizioni in diversi settori.

Vincent Chailley, Chief Investment Officer H2O Asset Management

I mercati finanziari globali sono caratterizzati da un ritorno della volatilità, alimentata principalmente dalla differenziazione fra le politiche delle banche centrali attualmente impegnate in programmi restrittivi e quelle delle banche centrali che stanno completando il quantitative easing, tra cui la Banca centrale europea. Di fronte alla prospettiva di ulteriori sorprese da parte di banche centrali costrette ad effettuare operazioni di normalizzazione, gli investitori devono fare i conti con una carenza di sistemi di protezione affidabili (come l'utilizzo di strumenti a duration lunga o la posizione lunga sul dollaro statunitense), in uno scenario di bassi tassi di interesse e valute troppo instabili.




I picchi di volatilità possono offrire opportunità

Gli shock di mercato potrebbero diventare sempre più violenti e frequenti. Tuttavia, dovrebbero diventare sempre meno contagiosi. A fronte di normative più rigide, le banche e gli investitori sono molto meno indebitati che in passato. Di conseguenza, una crisi locale in un Paese emergente difficilmente si tradurrebbe oggi in una catastrofe sistemica. I crolli dei mercati finanziari, come quello di ottobre, rimangono limitati nel tempo e nello spazio. Inoltre, gli shock ricorrenti seppur di breve durata, possono creare opportunità di investimento per chi è in grado di comprendere le motivazioni tecniche alla base ed è dotato di un certo margine di manovra per poter intervenire.
Fino a quando le banche centrali procederanno all'unisono con i programmi di espansione monetaria, i mercati azionari e obbligazionari cresceranno costantemente e senza troppa volatilità. La divergenza fra le attuali politiche monetarie potrebbe perturbare tali traiettorie. Le tradizionali allocazioni di portafoglio bilanciate, supportate da premi al rischio elevati e dall'atteggiamento accomodante delle banche centrali, sono probabilmente destinate a sottoperformare.



I mercati obbligazionari sono a rischio di ribasso, poiché non si tratta di capire se la Federal Reserve aumenterà i tassi, ma piuttosto quando lo farà.
I mercati azionari dovrebbero senz'altro sovra performare, seppur in modo discontinuo.
Al contrario, i mercati valutari rimasti "inattivi" negli ultimi periodi di politica di tassi d'interesse a zero si stanno risvegliando di fronte ad importanti aggiustamenti. Il rafforzamento del dollaro statunitense è soltanto all'inizio, così come quello delle valute dei paesi nelle fasi più avanzate della normalizzazione della politica monetaria.  

 


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