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08/04/2015

economia

Paesi nordici: grandi manovre in vista

Boggio (Nordea): Danimarca e Norvegia verso l’abbassamento dei tassi di interesse e un piccolo QE, come appena fatto dalla Svezia. La crisi ucraina crea problemi con l’export per la Finlandia

I Paesi nordici che possono essere visti dai risparmiatori come tutti uguali, essendo abbastanza lontani dall'Italia, in realtà vivono momenti macroeconomici molto diversi. In particolar modo si possono osservare alcuni Paesi in crescita anche se, più in generale, sono tutti messi un po' meglio ripetto al resto d'Europa, specialmente delle realtà periferiche. Vi sono comunque parecchie differenze tra i Paesi del Nord.
Secondo Andrea Boggio, Head of Discretionary Business di Nordea, "la Svezia, che di recente ha tagliato i tassi di interesse e avviato un piccolo programma di Quantitative Easing, sta crescendo abbastanza in fretta. Nonostante rispetto anche alle previsioni di due anni fa la crescita abbia di molto rallentato.
La Norvegia è stata duramente impattata dal problema del prezzo del petrolio.
La Danimarca vede una piccola crescita ma è alle prese con un piccolo problema di cambio valutario e di tassi, perchè fondamentalmente ha la corona, ma la formazione di cambio con l'euro è quasi fissa: ha una parità con un corridoio inferiore e superiore che deve mantenere per forza e sta facendo molta fatica a mantenere questo ancoraggio all'euro.

Le riserve non sono infinite, per cui molti operatori stanno speculando sull'idea che la Danimarca debba abbandonare questo corridoio di parità rispetto all'euro. In ogni caso è un Paese che riesce a crescere rispetto all'eurozona in maniera più significativa.
La Finlandia, nonostante tutto, essendo un Paese al 100% euro, possiamo dire che abbia in questo momento il maggior vantaggio e che indirettamente – tramite il QE di Draghi – stia vivendo un momento espansionistico a livello monetario dovuto all'intervento sui mercati".

I problemi geopolitici possono avere effetti sulle economie dei Paesi nordici?

Sicuramente. La Finlandia è discretamente impattata dal problema della tensione tra Russia e Ucraina. E' un Paese europeo, ma sicuramente orientato verso la Russia e all'Europa dell'Est. Ha quindi subito dei rallentamenti dovuti proprio al suo orientamento export verso quei Paesi.
La Norvegia vive un momento decisamente negativo a causa del basso prezzo del petrolio, anche se la situazione non è così drammatica. Il motivo è che i costi di ricerca ed esplorazione, pur essendo molto elevati, sono inferiori a quelli negli USA, quindi il prezzo di breakeven per la ricerca di petrolio in Norvegia è, tutto sommato, sostenibile.



Il Paese ne è stato però sicuramente impattato, tanto che dovrà probabilmente a sua volta abbassare i tassi di interesse ed avviare una piccola manovra espansiva avendo un target di inflazione esplicitato che non riesce a mantenere.
A livello macroeconomico la Norvegia è forse quella più impattata per banali motivi di materia prima, di estrazione del petrolio, che è notoriamente la risorsa più importante del Paese.


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