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22/04/2015

economia

Avanti tutta!

Petersen (Allianz GI): la transizione da un mondo a tassi a zero ad un mondo in cui i rendimenti negativi sono la nuova regola, ha determinato un aumento significativo della domanda di asset reali come le azioni, con grande beneficio soprattutto per le borse europee

La crescita economica mondiale nel primo trimestre del 2015 potrebbe essere inferiore a quella registrata nella seconda metà del 2014. A livello di area geografica, i Paesi industrializzati mostrano ancora dinamiche congiunturali migliori rispetto alle aree emergenti; gli Stati Uniti, in particolare, restano ai primi posti in termini di crescita nonostante i recenti segnali di debolezza.
Nei prossimi mesi una serie di incognite geo-politiche, tra cui il conflitto in Ucraina, la potenziale crisi di liquidità della Grecia e le elezioni in Gran Bretagna previste a maggio, potrebbe provocare nuovi aumenti della volatilità. Vi sono tuttavia tre fattori in grado di far girare i motori dell'economia, seppur con impatti diversi sulle prospettive di crescita a livello di singoli Paesi.

1. Crollo del petrolio: Dall'estate 2014 le quotazioni del greggio si sono più che dimezzate: uno stimolo per l'economia mondiale, dal momento che il ribasso si deve più a un eccesso strutturale di offerta che a un calo della domanda. I Paesi maggiormente favoriti da questa tendenza sono gli importatori netti di petrolio, come Giappone, Area Euro, Stati Uniti, India, Indonesia, Corea del Sud e Cina.



2. Politica monetaria: "Avanti tutta!": sembra essere questo il motto della politica monetaria europea alla luce del quantitative easing inaugurato a inizio marzo dalla BCE; la Federal Reserve statunitense potrebbe invece lentamente procedere verso un inasprimento dei tassi di interesse, per quanto i mercati obbligazionari globali non siano ancora preparati ad accettarlo.

3. Andamento valute: Mentre la debolezza dello Yen e della moneta unica sostiene la ripresa del Giappone e dell'Eurozona, la forza del Franco sta compromettendo le prospettive di crescita della Svizzera. Quanto agli USA, alla luce dei timori espressi per la prima volta apertamente dalla Presidente della Fed Janet Yellen, è interessante notare che storicamente l'andamento del Dollaro ha un effetto piuttosto trascurabile sull'espansione dell'economia americana, meno dipendente dalle esportazioni.

Nel frattempo aumenta il numero delle obbligazioni di Paesi con rating creditizi solidi caratterizzate da rendimenti negativi; attualmente circa il 70% dei titoli governativi tedeschi in circolazione offre rendimenti inferiori allo zero.


È dunque iniziata una nuova fase della Financial Repression. La transizione da un mondo a tassi a zero ad un mondo in cui i rendimenti negativi dovuti alle politiche monetarie ultra-accomodanti sono la nuova regola, ha determinato un aumento significativo della domanda di asset reali come le azioni, con grande beneficio, da inizio anno, soprattutto per le borse europee.

Ann-Katrin Petersen, Assistant Vice President Global Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors


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