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22/04/2015

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Business travel: timidi segnali di crescita mondiale

Laschet (AirPlus): il 35% dei manager a livello mondiale prevede un aumento del numero dei viaggi d’affari. Manager italiani in controtendenza: la spesa per le trasferte non aumenterà più del numero dei viaggi

C'è un ritrovato ottimismo a livello mondiale per quanto riguarda la crescita dei viaggi d'affari. E' quanto emerge dalla ricerca "International Travel Management Study 2015", condotta ogni anno da AirPlus International in 24 Paesi tra cui l'Italia.
Sebbene più della metà dei circa 1.000 Travel Manager intervistati sostiene che l'attuale crisi economica non avrà alcun impatto sui viaggi d'affari aziendali, e un terzo pensa, invece, che questa avrà ripercussioni negative, a livello mondiale la percentuale di aziende che per il 2015 prevede un effetto positivo sulle trasferte di lavoro è cresciuta di 4 punti rispetto allo scorso anno, passando dal 14 al 18%. Se ne può dedurre che il settore dei viaggi, che negli ultimi anni è riuscito a sfuggire all'influenza dell'economia mondiale, potrà ricevere un ulteriore forte impulso quando le economie riusciranno finalmente a riaffiorare dalla recessione iniziata nel 2008-2009.
Le aziende sono dunque consapevoli che la crisi non è ancora alle spalle, ma nonostante ciò il 35% (31% nel 2014) dei manager prevede per il 2015 un aumento del numero di viaggi d'affari; si tratta di una percentuale poco superiore al doppio di coloro che si aspettano una diminuzione (17%).


Rispetto allo scorso anno emergono però significative differenze a livello geografico: sono infatti cresciute in maniera considerevole le aspettative di aumento del numero di viaggi da parte dei travel manager che operano nel Nord America (46%, nel 2014 28%), Asia Pacifico (44%, nel 2014 34%) ed Europa Occidentale (32%, nel 2014 30%), segno di una ripresa economica più spinta in queste aree.

Italia in linea con l'ottimismo generale

Cauti o ottimisti? I travel manager italiani sembrano adeguarsi al trend globale secondo cui l'incertezza del quadro economico non condizionerebbe i viaggi d'affari. Uno su quattro (24%) prevede, infatti, che l'attuale situazione economica avrà effetti positivi sui viaggi d'affari, una percentuale in crescita del 9% rispetto al 2014 e di ben 8 punti percentuali più alta rispetto alla media europea del 16%. Le previsioni relative al numero di trasferte per il 2015 rimangono tuttavia in linea con l'anno passato. Per il 21% degli intervistati italiani il numero di viaggi d'affari crescerà mentre per il 56% resterà costante e per il 13% diminuirà.



Aumento dei costi di viaggio

Secondo lo studio di AirPlus International nel corso del 2015 le aziende a livello internazionale vedranno aumentare anche i costi delle trasferte. In particolare, la spesa crescerà più rapidamente del numero dei viaggi. Esattamente il triplo dei travel manager (45%) prevede un incremento per le spese di viaggio della propria azienda rispetto a coloro che pensano a un calo (15%); un terzo dei manager (33%) si aspetta, invece, che i costi rimangano invariati.
È la prima volta in sette anni in cui i travel manager che prevedono un aumento dei costi sono più numerosi di coloro che indicano che non ci saranno variazioni.
Le aziende ad avere la maggiore aspettativa di aumento di questa voce si trovano in India (77%), seguita dall'Australia (63%), dal Regno Unito (60%), dal Canada (57%) e dagli Stati Uniti (56%). Le ragioni che stanno alla base di questi dati si possono trovare nell'aumento dei costi dei servizi di viaggio, nel miglioramento del contesto economico che porterebbe a trasferte più lontane, più lunghe e verso destinazioni più care, all'acquisto di servizi ancillari per garantire ai viaggiatori un maggior livello di comfort, prima e durante il viaggio.



In Italia assistiamo ad un trend in controtendenza rispetto ai dati globali, poiché per i nostri travel manager la spesa non aumenterà più del numero dei viaggi: il 16% (+2% rispetto al 2014) dichiara di attendersi un incremento della spesa (45% è la media mondiale) a fronte di un 21% che ritiene che il numero dei viaggi aumenterà.

Sicurezza e comfort dei viaggiatori: i viaggi nei Paesi a rischio

Lo scenario geopolitico internazionale negli ultimi anni ha subito profonde trasformazioni causate in larga parte dal terrorismo internazionale e dai conflitti etnici e religiosi che hanno modificato le prospettive economiche e sociali dei Paesi coinvolti, condizionando anche il settore dei viaggi a livello mondiale. Le aziende hanno dovuto rivedere le loro policy per le trasferte nelle così dette regioni a rischio, a volte riducendo i viaggi ma soprattutto occupandosi in maniera efficace della sicurezza dei propri dipendenti. Data l'attualità del tema, quest'anno AirPlus International ha chiesto ai travel manager se nelle loro aziende sono previsti viaggi d'affari nelle zone a rischio: il 34% delle trasferte a livello globale risulta essere in quelle località.


Chi non ha intenzione di organizzare viaggi nelle regioni a rischio è il 59% degli intervistati e una piccola minoranza, il 5%, ha come destinazione soprattutto località in zone rischiose. In Italia quest'ultimo dato sale al 16% e si va a sommare al 30% di coloro che hanno dichiarato che alcune trasferte comprendono aree geografiche a rischio.
E', dunque, interessante osservare come l'Italia con il 46% si pone al terzo posto nel mondo – insieme al Sudafrica – nell'organizzazione dei viaggi verso destinazioni ad alto rischio, preceduta dalla Spagna con il 56% e dal Brasile con il 64%.

In che modo le aziende tutelano i dipendenti che viaggiano in queste aree?

La maggioranza -– 45% - ricorre a coperture assicurative omnicomprensive e il 44% sostiene di gestire ogni viaggio in modo diverso, garantendo sicurezza e comfort ai propri viaggiatori in base alle necessità e al grado di rischio. Esiste tuttavia una quota di travel manager -– il 32% - che preferisce evitare ogni rischio, cancellando i viaggi in quelle aree, seguiti dal 30% di coloro che all'interno della propria azienda si avvalgono di strumenti e di procedure di travel risk management.


Solo il 13% delle aziende utilizza sistemi di monitoraggio dei propri viaggiatori, a causa della bassa implementazione di specifiche tecnologie per il viaggiatore.
"Anche per il 2015 l'AirPlus Travel Management Study si rivela un importante strumento per i travel manager che vogliono comprendere le evoluzioni di un segmento di mercato in continua trasformazione come quello dei viaggi d'affari", ha commentato Diane Laschet, Amministratore Delegato di AirPlus International Italia. "La crisi economica non sembra finita ma alcuni segnali emersi dal nostro studio ci fanno capire che essa può rappresentare un'opportunità di crescita per le aziende che desiderano creare modelli di organizzazione efficienti. Nella gestione delle attività di business travel l'impiego adeguato delle tecnologie digitali, l'introduzione di nuove modalità operative, il miglioramento delle procedure per ridurre i costi di gestione, sono elementi che possono trasformarsi in vantaggi offrendo alle aziende nuove opportunità competitive", ha concluso Laschet.
 


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