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15/07/2015

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Nel II trimestre per il manifatturiero sembra arrivato il momento della ripartenza

Dall'indagine congiunturale di Unioncamere emerge che tutti i settori vedono prevalere nettamente gli ottimisti sui pessimisti. Prudenti solo gli artigiani

Al netto dei rischi provenienti dalla crisi greca, migliora nettamente il clima economico, soprattutto per l'industria pesante italiana. Meccanica e industria elettrica ed elettronica, nei preconsuntivi relativi al II trimestre dell'anno, mostrano una robusta dose di ottimismo, che rafforza i buoni risultati già conseguiti nel primo trimestre 2015. Il vento di ripresa, però, comincia a soffiare con maggior intensità anche tra gli imprenditori della manifattura più tipica del made in Italy - sistema moda, alimentare e legno e arredo - dopo un inizio d'anno ancora decisamente incerto.
E' quanto evidenzia la consueta indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere, realizzata dal Centro studi di Unioncamere e dall'Area Studi e Ricerche dell'Istituto Guglielmo Tagliacarne.

Il preconsuntivo del II trimestre

Ammontano rispettivamente a +20 e +22 punti percentuali i saldi tra preconsuntivi di aumento e di diminuzione della produzione e del fatturato delle imprese manifatturiere per il II trimestre 2015. I miglioramenti più netti sono previsti dalle imprese con almeno 50 addetti che presentano un saldo positivo di +28 per quanto riguarda la produzione e di +34 per il fatturato a fronte dei +12 punti percentuali fatti segnare dalle piccole imprese.

Tra i settori appare evidente una netta dicotomia fra i comparti dell'industria "leggera" e quelli della manifattura "pesante" con la prima che presenta risultati decisamente inferiori alla seconda. L'industria "pesante" viene trainata in particolare dalle industrie elettriche ed elettroniche (+27 la produzione e +36 il fatturato) a cui si affianca il comparto delle industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto che, probabilmente trascinato dalla ripresa delle immatricolazioni automobilistiche, vanta un'analoga performance in termini di produzione collocandosi appena dietro per quanto concerne il fatturato (+33). Leggermente più defilate le industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche che fanno segnare un +26 di produzione e un +30 di fatturato. Il sistema moda è invece quello che evidenzia segnali di maggiore prudenza assestandosi a +12 per entrambi gli indicatori.
Anche se su livelli complessivamente più contenuti rispetto al complesso dell'imprenditoria, anche l'artigianato appare in grado di accodarsi a questi primi segnali di recupero, chiudendo il secondo trimestre con un saldo di +9 in termini di produzione e +8 come fatturato.


Dal punto di vista geografico, è il Mezzogiorno che dà slancio alla ripartenza del manifatturiero, chiudendo il secondo trimestre con un ampio +26 in termini di produzione che diventa addirittura +29 sul fronte fatturato. E' comunque ancora una volta la domanda estera a esercitare i maggiori effetti espansivi sulle traiettorie di crescita del nostro manifatturiero nel corso degli ultimi mesi. Il bilancio fra risposte in aumento e in diminuzione con riferimento agli ordinativi esteri ammonta a +30, con le medio-grandi imprese che prevalgono sulle piccole con un saldo di +34 contro +22.

Il consuntivo del I trimestre

Contrastanti gli andamenti del I trimestre con la produzione che ha chiuso all'insegna di una sostanziale stabilità (-0,3%) rispetto all'analogo periodo dello scorso anno e il fatturato che ha invece mostrato segnali di recupero (+0,7%). Protagoniste le imprese con almeno 50 addetti, che per entrambi gli indicatori hanno messo a segno performance positive con una produzione chiusa a +0,4% e un fatturato che si è attestato a quota +1,8%. Di diverso tono invece l'andamento delle piccole imprese che hanno chiuso il trimestre con una riduzione del fatturato contenuta (-0,3%) ma un risultato più negativo della produzione (-0,8%).


E ancora peggio sono andate le cose per l'artigianato ampiamente sotto quota -1%, con una produzione a -1,5% e un fatturato che si colloca appena due decimi di punto più su.
Rilevante è stata la crescita del fatturato dell'industria meccanica e dei mezzi di trasporto (+2,9%) decisamente superiore a quella fatta segnare dalla produzione (+0,7%), mentre industrie elettriche ed elettroniche hanno fatto chiuso il trimestre con variazioni del 2% in entrambe le voci. Il trend è stato invece decisamente negativo per il sistema moda che ha lasciato sul terreno oltre il 3% di produzione (-3,3%).
Il consuntivo dei primi novanta giorni di quest'anno è stato ancora decisamente pesante per il manifatturiero del Mezzogiorno, con il fatturato in calo del 2,1%. Le cose in termini di fatturato sono andate decisamente meglio nel Centro (+1,7%) e nel Nord-Est che si è attestato due decimi di punto al di sotto, mentre il Nord-Ovest ha registrato un +0,7%. In termini di produzione, invece, se il Mezzogiorno appare sempre come il territorio meno performante, il Centro evidenzia un arretramento piuttosto consistente e nel Nord solamente la parte orientale del paese mostra un avanzamento significativo.



In decisa crescita la componente estera (+1,7%) positiva per tutti i segmenti di attività produttiva ad eccezione delle industrie elettriche ed elettroniche (-0,8%) e delle piccole imprese operanti nell'ambito del sistema moda (-0,3%) e del legno-mobile (-0,1%).
Su scala territoriale è il Nord-Est l'area che ha tratto più beneficio dalla domanda estera (+2,7%), ma anche il Centro ha messo a segno un rialzo che sfiora il 2%, seguito dal Nord Ovest (+1,1%) e dal Mezzogiorno, che si è fermato poco al di sotto dell'1%.
 


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