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22/07/2015

idee

Indice di Benessere Finanziario degli italiani: prosegue il trend positivo

Pizzoli (ING Bank): i risultati della nostra rilevazione primaverile appaiono coerenti con i segnali provenienti dall'economia del nostro Paese. Nel primo trimestre del 2015 il PIL italiano è tornato finalmente a crescere dopo prolungate contrazioni 

Secondo l'ultima rilevazione dell'Indice di Benessere Finanziario (IBF) di ING Bank nella primavera 2015 il comfort finanziario complessivo percepito dalle famiglie italiane si è attestato a 42,5 punti, crescendo di 0,3 punti rispetto a settembre 2014 e di 0,8 punti confrontato a un anno fa.
L'IBF di ING Bank misura il benessere percepito in relazione alle sei dimensioni della finanza personale (risparmio, reddito, bollette e spese, investimenti, debito a lungo e a breve termine) su una scala da 0 a 100, dove 100 rappresenta il massimo comfort, 50 il medio e 0 il massimo disagio.
Nella nuova edizione primaverile la dimensione dell'Indice di Benessere Finanziario relativa agli investimenti ha raggiunto i 56,7 punti, in rialzo rispetto ai 55,8 dello scorso autunno. Sul fronte dei risparmi, invece, il livello di comfort ha registrato il punteggio di 39,3 punti, in aumento di 0,8 punti rispetto a settembre 2014 e di 1,5 punti se confrontato con i dati di un anno fa.
Tra le due dimensioni merita particolare interesse quella del risparmio - molto importante nella cultura degli italiani - definita come una "priorità di massa" anche per le famiglie con reddito non elevatissimo.

A risparmiare, infatti, è stata oltre la metà dei nuclei familiari (in ripresa rispetto al 2013), con una capacità di accantonamento annuale anch'essa in lieve crescita.
La dimensione reddituale dell'Indice IBF ha registrato nei primi mesi del 2015 il punteggio di 43,2, valore sostanzialmente costante rispetto a un anno fa. Ha continuato a crescere, invece, il comfort finanziario relativo alle spese per la casa e per le bollette che ha raggiunto i 44,8 punti, in lieve aumento rispetto a settembre 2014 (44,2).
In aumento il dato relativo alla dimensione dei debiti a lungo termine: nella primavera 2015, infatti, il comfort relativo ai mutui ha registrato una crescita di 1,7 punti raggiungendo il valore di 37,7 (il dato più alto da marzo 2013) pur rimanendo, rispetto alle altre dimensioni, quella con il livello più basso.
Anche per quanto riguarda la dimensione dei debiti a breve termine (rappresentati dalle carte di credito) l'IBF risulta in aumento a 60,3 punti, valore in crescita di 1 punto rispetto a settembre 2014.
A livello geografico l'andamento dell'Indice IBF risulta disomogeneo. L'area che registra il maggior aumento del benessere finanziario è il Nord Est, dove l'indice guadagna 4,5 punti e raggiunge quota 47,2, seguita dal Nord Ovest, dove l'indice recupera solo 0,9 punti, portandosi a 46,2.

Sostanzialmente stabile, l'Indice di Benessere Finanziario nel Sud e nelle Isole (36,8 da 36,7 punti), che si conferma su livelli assoluti molto bassi. In controtendenza, invece, l'area del Centro dove l'indice scende a 41,2 punti (da 42,7 del settembre 2014).
Dal punto di vista anagrafico il movimento più rilevante ha riguardato la fascia 45-54 anni: il livello di comfort per gli intervistati di questa fascia di età ha recuperato 2,6 punti rispetto all'autunno 2014 attestandosi a 41,8. Il sentiment è in miglioramento anche per i 35-44enni il cui livello di comfort ha guadagnato un punto passando da 41,8 a 42,8. I più giovani (18-34 anni) si sono dimostrati, invece, i meno fiduciosi con un dato (39,8 punti) in calo di 2,4 punti rispetto a settembre 2014.
Disaggregando per genere la componente femminile ha continuato a dimostrarsi più ottimista rispetto a quella maschile (43,3 rispetto a 41,8 punti). Tuttavia, nell'ultima rilevazione il sentiment degli uomini ha registrato una crescita di 1,1 punti.
"I risultati della rilevazione primaverile dell'Indice di Benessere Finanziario (IBF) - ha commentato Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING Bank Italia - appaiono coerenti con i segnali provenienti dall'economia del nostro Paese.


Nel primo trimestre del 2015 il PIL italiano è tornato finalmente a crescere dopo prolungate contrazioni trimestrali. La buona performance dei mercati azionari e obbligazionari nel periodo trova riscontro nell'aumento del comfort sugli investimenti. Inoltre, il rallentamento dell'inflazione, generato soprattutto dal calo prezzi dei prodotti energetici, ha restituito potere d'acquisto alle famiglie favorendo il miglioramento del comfort relativo alla capacità di risparmio e a quella di far fronte alle spese ricorrenti per le bollette.
"Il periodo di rilevazione dell'indice - ha continuato Pizzoli - è coinciso, infine, con il varo da parte della Banca Centrale Europea dell'operazione di Quantitative Easing che ha esercitato ulteriori pressioni al ribasso sui tassi monetari, in un contesto in cui la forte concorrenza fra le banche comprimeva gli spread sui mutui. Non sorprende, quindi, che anche il comfort relativo ai debiti a lungo termine (tipicamente mutui per l'acquisto di abitazioni) sia risultato in aumento. L'unica dimensione che, a livello nazionale, non ha ancora segnalato progressi è quella reddituale, generalmente correlata al ciclo economico e, in particolare, alla dinamica dell'occupazione.


In quest'ottica la stabilità dell'Indice risulta ben compatibile con la sostanziale stabilità dell'occupazione nel corso del primo trimestre (confrontato con il quarto trimestre del 2014), recentemente segnalata dai dati ISTAT. Un recupero della componente reddituale richiederà un consolidamento dei segnali di miglioramento che già stanno giungendo dai dati più recenti relativi al mercato del lavoro".
 


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