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05/08/2015

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L'Eurozona sta vivendo il suo piu' forte periodo di crescita dal 2011

Iacovone (EY): la spesa dei consumatori e le esportazioni contribuiscono a favorire la crescita nell'area euro dell'1,6% quest'anno e dell'1,9% nel 2016. In crescita anche gli investimenti aziendali (+3% nel 2016-17), e l'’export

L'inizio del 2015 è stato positivo per l'Eurozona che ha registrato nel primo quadrimestre una crescita del PIL dello 0,4% - più forte rispetto a quella registrata negli Stati Uniti e nel Regno Unito - segno che i consumatori stanno rispondendo positivamente al calo dei prezzi dell'energia. I trend economici attuali ci fanno prevedere una crescita pari all'1,6% nel 2015 e, del 1,9% nel 2016, percentuali che potranno subire variazioni in base agli ulteriori sviluppi di situazioni critiche come quella greca o dei mercati asiatici. Questo secondo l'ultimo EY Eurozone Forecast (EEF).
Le imprese si stanno preparando ad investire, e dal report è emerso che i progetti di investimento complessivi aumenteranno dell'1,1% nel 2015, prima di toccare quasi il 3% nel 2016-17, per poi scendere del 2,5% nel 2018-19. Questo risultato è al di sotto del tasso di crescita degli investimenti nel periodo pre-crisi, ma dal momento che ciò è da attribuire al settore immobiliare, un ritmo più lento di aumento del capitale non implica necessariamente che la crescita futura sarà inferiore.


Per il resto dell'anno il quantitative easing contribuirà a mantenere bassi gli oneri finanziari per aziende, governi e privati, tuttavia, alcune situazioni di incertezza potrebbero continuare ad ostacolare i mercati finanziari.

Impennata dei consumi

Con la prospettiva di un mercato del lavoro più stabile, lo studio prevede un aumento dei consumi dell'1,7% nel 2015 e dell'1,6% nel 2016, (nel 2014 era stata solo dell'1%), ben sopra la media registrata negli ultimi anni. In alcuni Paesi, come ad esempio in Germania, quest'aumento è trainato dalla crescita dei salari in un mercato del lavoro in contrazione mentre in altri, come in Italia, i consumatori sono più propensi ad investire in articoli come automobili e beni per la casa, incoraggiati dalla stabilizzazione del mercato del lavoro.
Donato Iacovone, Amministratore Delegato di EY in Italia ha affermato che "secondo i dati dell'ultimo rapporto di EY, continuano i segni di ripresa del nostro Paese. Il PIL passa da -0,4% del 2014, ad una previsione del +0,5% a fine 2015 e per i successivi quattro anni dovrebbe oscillare intorno all'1%.

Per quanto concerne la domanda estera, per le esportazioni si prevede un incremento del 4% nel 2015, a conferma di una capacità competitiva che negli ultimi anni ha faticato ad esprimersi. Anche per le importazioni si presume una crescita (+3,8%) rispetto all'anno precedente, influenzate da una maggior domanda interna volta a soddisfare le richieste legate all'aumento dell'export".

L'export riprende slancio

Rispetto ai primi mesi del 2015, la svalutazione ha reso l'euro più debole del 7%, un ulteriore ribasso in confronto alla sterlina. Questo fattore, insieme al rafforzamento del dollaro, ha contribuito a rinsaldare la competitività dell'Eurozona nei principali mercati di esportazione. Lo studio EEF prevede inoltre un indebolimento della moneta europea a 1,10 US$ entro la fine di quest'anno e circa 1,05 US$ entro la fine del 2016. Chi esporta continuerà a beneficiare della ripresa in altre economie mature come Stati Uniti e Regno Unito.
Si prospetta una crescita delle esportazioni dell'Eurozona del 3,7% nel 2015 e il livello delle importazioni rimarrà forte, anche a fronte di un costo più elevato.



Per quanto riguarda gli investimenti, secondo lo studio, nella seconda metà di quest'anno e nel 2016 si assisterà ad una crescita graduale. Nonostante le condizioni del credito e la fiducia delle imprese continuino a migliorare. infatti, la situazione di incertezza che vede la Grecia come protagonista e i suoi possibili sviluppi futuri ne impediscono un deciso incremento.  


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