La ripresa del dollaro USA: quali spunti operativi?
Gargantini (Assiom Forex): la valuta statunitense ha una buona impostazione di fondo che però potrebbe esser messa a rischio da un rallentamento dell'economia globale
Rientrato il rischio della "Grexit" almeno nel breve periodo, sul mercato valutario i temi dominanti, di queste ultime sessioni, sono stati da un lato la rinnovata aspettativa di divergenti politiche monetarie tra Stati Uniti ed Europa e dall'altro il forte ribasso delle commodities che ha impattato in particolare modo sulle divise dei paesi emergenti.
In questo contesto il dollar index ha messo a segno, nel mese di luglio, un limitato rialzo nei confronti delle major currencies mentre più consistente è stato l'apprezzamento nei riguardi delle monete dei Paesi emergenti.
Tra queste, in particolare, hanno subito pesanti flessioni, superiori al 6 per cento, il Peso colombiano, il Rublo russo ed il Real Brasiliano. Tali monete hanno accusato dei forti ribassi dei prezzi delle materie prime e del petrolio, in primis, oltre che dell'aumento del rischio di rialzo tassi da parte della Federal Reserve Bank entro il 2015.

A tale proposito la banca centrale statunitense, nell'ultimo meeting tenutosi il 28-29 luglio scorso, ha lasciato aperto l'opzione dell'avvio della politica monetaria di normalizzazione, dopo quasi dieci anni di manovre monetarie espansive ed ultraespansive. Nel comunicato diffuso, l'istituto centrale sottolinea che il miglioramento del mercato lavoro statunitense unito al buon andamento del settore immobiliare e alla ragionevole aspettativa del raggiungimento del 2 per cento, nel medio periodo, dell'inflazione "core" sono condizioni che se confermate, anche nelle rilevazioni del mese di agosto, supporteranno l'avvio della politica monetaria restrittiva, forse già da settembre.
Operativamente il cross eur/usd, nel corso del mese di luglio, si è mosso nel range compreso tra il massimo intraday a quota 1,1215 e il minimo in area 1,0809 in un contesto che ha visto nell'ultime sedute calare la volatilità.

In ottica di breve periodo, si riconferma la validità del livello di minimo in area 1,08 che aveva già fornito un valido supporto a fine maggio scorso. Il nuovo test su tale quota nei giorni 20-21 luglio ha confermato, con una figura tecnica di doppio minimo relativo, la consistenza del livello la cui tenuta è propedeutica per un nuovo allungo dell'euro verso 1,1215 e con successiva possibile estensione in direzione di 1,1470; area di transito di una resistenza dinamica di lungo periodo. Dall'altro lato la violazione del supporto posizionato a 1,08 aprirebbe la strada per una nuova fase di rafforzamento del biglietto verde con primo target l'area tra 1,0450-1,04.
In ottica di medio/lungo periodo permane la tendenza all'apprezzamento del biglietto verde anche se il consensus di mercato vede ridurre la percentuale di coloro che si attendono il raggiungimento della parità della cambio eur/usd tra la fine anno ed inizio del 2016 e ciò rispetto alle stime di aprile. In altre parole sembra che il mercato, da lato si aspetta un rialzo dei tassi dalla Fed e dall'altro registra a favore della moneta comune una riduzione del rischio Grecia unito al miglioramento delle prospettiva di crescita dell'area euro grazie anche ai ribassi del prezzo del petrolio. Il risultato combinato di queste due forze contrapposte è un probabile movimento di ulteriore rafforzamento del dollaro contro euro ma con più gradualità e minore intensità. Tale scenario è avvalorato anche dal calo del costo delle coperture sull'euro che ha fatto segnare un ribasso dell'1,66% nel mese di luglio.
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