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23/09/2015

economia

Debito dei mercati emergenti: convincono i Paesi che esportano manifattura

Nazli (Neuberger Berman): siamo positivi verso l'’asset class nel medio termine poiché la ripresa dei mercati sviluppati sostiene la crescita degli emergenti e la dinamica tra domanda e offerta dei prezzi del petrolio è destinata a migliorare nel 2016

La recente volatilità in Cina e sul mercato petrolifero e delle materie prime sembra aver reso i fondamentali del debito dei mercati emergenti un tema chiave per gli investitori dato che entrambe le opzioni a disposizione della Fed, un rialzo moderato oppure una stretta ritardata, non ci paiono particolarmente sfavorevoli per questa asset class.
I fondamentali creditizi come l'indice di indebitamento ed il saldo dei conti con l'estero rimangono solidi per l'obbligazionario dei mercati emergenti, grazie all'elevato livello delle riserve ed al miglioramento della qualità della politica dei Paesi emergenti nel corso degli ultimi vent'anni. Tuttavia, le recenti difficoltà hanno inasprito la debole crescita causata da una debole domanda interna nei maggiori mercati emergenti (principalmente Brasile, Cina e Russia), prolungando il processo di ripresa nei confronti delle economie avanzate.

La volatilità e le pressioni al ribasso nel mercato petrolifero si stanno aggiungendo a questi problemi visto che i produttori usano le riserve o aumentano le emissioni di debito per contenere l'impatto sui loro bilanci e visto che gli effetti favorevoli sui Paesi importatori come Sud Africa e Turchia sono state controbilanciate dalle pressioni su altri mercati delle materie prime e/o sviluppi politici negativi.


In queste condizioni continuiamo a preferire esportatori manifatturieri come l'Ungheria, l'India, il Messico e la Polonia, che traggono vantaggio da un momento relativamente robusto per le economie avanzate e da quello più debole dei prezzi del petrolio, e quelle economie come il Brasile e l'Indonesia con un cuscinetto di valutazione tale da compensare i rischi a breve termine.
Tra le strategie, preferiamo titoli di Stato in valuta forte nel breve termine, ci attendiamo più stress sulle obbligazioni societarie e sui titoli di Stato in valuta locale, dato che osserviamo pressioni sulle valute emergenti che pongono rischi ai bilanci delle società ed ai mercati dei tassi locali. Siamo positivi verso l'asset class nel medio termine poiché la ripresa dei mercati sviluppati sostiene la crescita degli emergenti e la dinamica tra domanda e offerta dei prezzi del petrolio è destinata a migliorare nel 2016.


Kaan Nazli, Senior Economist, e Vera Kartseva, Strategist, debito dei mercati emergenti presso Neuberger Berman
 


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