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23/09/2015

economia

Mercati FOREX: le prospettive per la fine dell'anno

Zaniboni (ASSIOM FOREX): la grande incognita è sul futuro movimento dell’'euro/dollaro. E per l’'entrata del RMB nel paniere SDR è solo questione di tempo

Sono sostanzialmente tre i temi che influenzeranno l'andamento delle divise nell'ultima parte dell'anno: il rischio di contrazione sulla crescita globale, il processo di normalizzazione della FED e la risposta dei mercati emergenti.
Dopo una timida ripresa primaverile i dati sull'economia globale relativi all'estate hanno evidenziato un rallentamento delle attività produttive: le previsioni sulla tiepida ripresa economica rischiano di essere messe in discussione dalla contrazione cinese che potrebbe rivelarsi più significativa del previsto, da un ritmo di "reshape" della curva dollaro più veloce delle aspettative i cui impatti sul mercato emergente metterebbero a rischio la ripresa del comparto.
Le prospettive di crescita della Cina rimangono un rischio chiave per le sviluppo economico globale. L'improvvisa manovra delle autorità monetarie cinesi sul fixing CNY e il conseguente massiccio deprezzamento dello Yuan ha generato avversione al rischio e forti turbolenze soprattutto nell'area asiatica con perdite importanti oltre che sulle divise locali anche sul mercato borsistico.


Le motivazioni di tale mossa sono sostanzialmente due: la prima legata ad un aspetto più economico ovvero mitigare il passaggio da una produzione di basso valore aggiunto focalizzata sulla quantità ad una di alto valore aggiunto di elevata qualità. L'aumento del costo del lavoro e il rischio di deflazione per il venir meno di consumi interni e per la congiuntura internazionale per nulla favorevole possono essere meglio gestiti con una moneta più debole che favorisca il comparto export.
La seconda legata più ad un aspetto reputazionale all'interno del processo di internazionalizzazione dell'RMB che si trova ad affrontare la difficile sfida di entrare a far parte del basket SDR gestito dall'IMF. La "liberalizzazione" del fixing USD/CNY (di fatto ci siamo avvicinati ad un livello più di mercato e più realistico dell'RMB) è senza dubbio un segnale importante che dimostra il commitment dell'establishment cinese nel perseguire l'obbiettivo già da tempo annunciato.
L'effetto tsunami si è propagato anche in Europa con un rialzo improvviso del franco svizzero e dello yen che rimangono comunque due cartine di tornasole del mood del mercato.

Il dollaro si indebolisce su timori che un brusca frenata della Cina destabilizzi le previsioni di crescita americane e la FED decida di rimanere "on hold" per tutto il 2015; sul lato emergenti assistiamo ad una pesante flessione delle divise locali come rublo, real brasiliano, lira turca e rand sudafricano.
Nel meeting di inizio settembre la banca centrale europea ha rivisto al ribasso le stime di crescita per i prossimi anni evidenziando come proprio il mercato emergente sia un elemento di rischio per la ripresa globale e che purtroppo nel breve termine sembra difficile attendersi un inversione del trend.
Il timing del rialzo dei tassi americani ormai evidentemente collegato alla bontà dei dati delle prossime settimane (NFP di inizio settembre un pò deludenti a +172k) prevede al momento un ritmo molto lento assumendo un rialzo prima della fine dell'anno (settembre/dicembre) per proseguire in modo estremamente graduale durante tutto il 2016. Un'inaspettata accelerazione di tale processo potrebbe innescare un'avversione al rischio e una revisione del processo di allocazione delle risorse che potrebbe degenerare in un massiccio outflows dal mondo emergente rendendo ancora più difficile il processo di riorganizzazione delle strutture produttive la cui mediocrità per molti paesi è stata la causa del rallentamento delle economie locali.



Il mercato dei cambi si è dimostrato piuttosto volatile nelle ultime settimane, pur tuttavia rispecchiando alcuni temi di fondo come ad esempio quello legato al rallentamento cinese e alla persistente debolezza delle materie prime che ha fatto registrare al dollaro australiano un minimo in area 0.7000 contro dollaro americano premiando tutti coloro che hanno mantenuto le posizioni corte anche in momenti critici.
Certamente la grande incognita è sul futuro movimento dell'euro/dollaro che anche quest'anno, dopo una partenza scoppiettante ed in linea con le aspettative di mercato, ha preso una strada inaspettata e a volte di difficile interpretazione.
Rimangono a mio avviso alcuni punti fermi su cui porre la propria attenzione: indipendentemente dal timing del rialzo dei tassi USA il Paese sta crescendo ad un ritmo accettabile e fatta parziale eccezione per la sterlina sembra essere l'unico nel panorama internazionale a meritarsi il podio. L'eurozona è ancora alle prese con la stabilizzazione di un processo economico che fino a qualche mese fa rischiava di entrare in deflazione ed i mercati emergenti non hanno nel breve termine la capacità di attirare flussi di investimento ingenti in parte a causa dell'avversione al rischio e in parte alla situazione interna al Paesi stessi.



Utilizzando parzialmente una dichiarazione di Cristine Lagarde in merito all'entrata dell'RMB nel paniere SDR che evidenziava come non fosse una questione legata al "se" ma al "quando", similmente per il rialzo del dollaro: si tratta solo di avere pazienza.

Mauro Zaniboni, socio ASSIOM FOREX


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