La Programmatic Advertising distrugge l'ADV online e fa prosperare AD Block
E' in atto un dibattito acceso intorno all'AD Block e ai danni che crea al sistema della creazione dei contenuti su internet. Ma l'invasività della pubblicità sta colpendo negativamente i consumatori
Inutile girare intorno al problema: la pubblicità su internet è invasiva e troppo spesso "rompe le scatole" a chi naviga. Si aprono finestre pop-up, video, oppure ricompare costantemente la pubblicità per acquistare un prodotto che era stato cercato precedentemente sul web. Anche il sito del nostro magazine, BusinessCommunity.it è partecipe spesso di questo sistema, non siamo di certo esenti da colpe.
La causa di tutto questo è sostanzialmente l'abbassamento dei guadagni da parte degli editori e quindi la ricerca di nuove revenue che, comunque, faticano ad arrivare.

Ma ha senso rompere le scatole agli utenti per far leggere un articolo? Ovviamente non ce lo avrebbe, fatto salvo che se chi produce contenuti online non riceve un giusto compenso o almeno un compenso che gli permetta di vivere chiude il sito/blog/servizio/app.
La adv programmatica, e questa è una provocazione, "sta uccidendo" la pubblicità su internet perché tende a massimizzare il guadagno soprattutto dagli spazi invenduti, perché nasce proprio per proporre agli utenti della pubblicità inerente ai siti/servizi/ricerche che l'utente stesso ha fatto recentemente. Fin qui tutto bene, non ci sarebbero problemi, in veste di utente, e ogni venditore, agenzia, creativo è cliente e professionista contemporaneamente, ma i problemi sorgono quando la pubblicità inizia a diventare invadente, eccessiva, ripetitiva e soprattutto inutile e quindi dannosa per il brand.
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