Sarà interessante osservare a come si conformerà il bilanciamento tra un deprezzamento valutario (la valuta locale in cui sono denominati gli asset, specialmente quelli azionari) e il rapporto euro-dollaro. Se da un lato il deprezzamento valutario può aiutare le imprese ad emergere all'interno del contesto macroeconomico, dall'altro lato il freno valutario sarà un elemento che andrà a deteriorare le performance di questi titoli spostando il focus dal contesto economico a quello finanziario.
E quindi l'inflazione...
Questo è sicuramente l'obiettivo. Al momento attuale siamo ancora in una fase embrionale per riuscire a capire quelli che saranno realmente gli sviluppi macro della politica di QE che però, all'interno del contesto in cui abbiamo vissuto, ha visto degli elementi di freno dati da alcune piccole interruzioni macroeconomiche o dall'impatto cinese sui mercati globali, e anche altri fattori che hanno rallentato la fiducia più che la crescita economica. Credo che adesso uno dei punti fondamentali sarà proprio la fiducia che il mercato vorrà dare all'eurozona e come tale alla ripartenza dei consumi, dei prezzi delle materie prime per arrivare, ovviamente, all'inflazione.
Bassa crescita e bassi tassi: come trovare rendimento?
Questa è la domanda che tutti gli investitori, soprattutto quelli che hanno sempre lavorato nel comparto della consulenza e dell'advisory, si stanno ponendo. Nel momento attuale abbiamo rendimenti governativi molto bassi, alcuni in territorio negativo. Per contro, il rendimento obbligazionario è stato sempre uno dei punti "core" focali, all'interno dei portafogli degli investitori. Questi ultimi, soprattutto in Italia, sono stati sempre attenti a quella che è l'offerta obbligazionaria proprio perchè caratterizzata da bassa volatilità e da flussi cedolari. Nel momento attuale questa regola potrebbe esser messa in discussione, proprio perchè l'esigenza di modificare i portafogli fa sì che le opportunità siano diverse, che non debbano unicamente riguardare l'obbligazionario, ma anzi potrebbero interessare il ritorno, in modo più o meno consistente, degli asset di rischio. Quindi ritorna "l'appetito di rischio" e ritorna soprattutto l'idea azionaria per il portafogli.
Un altro elemento da notare è il fatto che se l'economia nell'eurozona torna ad avere più fiducia dai mercati, potremmo assistere ancora di più a un sell-off anche molto forte sui titoli obbligazionari. Questo significa che i bond governativi potrebbero esser messi sotto pressione ulteriore, e che ci potrebbe essere una quota consistente di investitori che ritornano sull'equity.
E' ovvio che fare il paragone tra bond ed equity è un qualcosa che per sua natura come strumento, e dal punto di vista giuridico, è un po' azzardato. Proprio perchè parliamo di dinamiche e di volatilità diverse, e strumenti differenti.
Noi riteniamo che questa potrebbe essere l'opportunità giusta per considerare e valutare il ritorno all'equity, ma con un approccio diverso, che miri a lavorare meno sul fattore capitalizzazione di mercato e di più sui fondamentali. Uno degli elementi fondamentali che noi consideriamo come elemento di valore all'interno delle nostre analisi per approcciarsi all'equity è il dividendo. Intendiamo quello liquido, accademicamente parlando, quello cash, che viene staccato dalle aziende per generare valore per gli azionisti. Nel mercato equity vi sono differenti settori e aree geografiche che possono contribuire a creare valore in termini azionari tramite il dividendo, e questa potrebbe essere una delle opportunità in un contesto di tassi bassi.
Riassumendo: uno spostamento verso l'equity, ponderato per dividendo, che offra flusso cedolare. Lavorando da un punto di vista indiretto sulla possibilità di abbassare la volatilità dell'equity e offrendo un flusso cedolare che può portare a dare un'idea di una dinamica simile a quella dell'obbligazionario.
Come si è evoluto negli ultimi tempi il mercato degli ETF?
Ha fatto dei passi da gigante ed è in costante crescita. Gli ETF dal punto di vista dell'ingegneria finanziaria adesso coprono tutte le asset class, tutte le esposizioni con la maggior parte dei fattori di leva. Sarebbe oggi più corretto parlare di Exchange Trade Product in generale, che significa considerare non soltanto gli ETF come fondi (come lo sono tecnicamente e strutturalmente), ma anche gli ETC e gli ETN. Questi, per fare un esempio, in Borsa Italiana vengono quotati sullo stesso segmaneto degli ETF, ma strutturalmente sono titoli di debito trasferibili senza scadenza. Con l'ETC e l'ETN si possono offrire agli investitori esposizioni differenti. Per fare un esempio, una leva tripla short sull'obligazionario, che è un'esposizione ben ricercata dagli investitori proprio perchè agiscono in preservazione del capitale, non fanno marginazione, e possono coprire un titolo obbligazionario che in determinati casi (vedi il Treasury USA) può essere messo sotto stress dalle dinamiche di politica monetaria.
Quindi, l'esposizione con gli ETF diventa un veicolo di investimento più ricercato, per trasparenza, bassi costi e liquidabilità. In quest'ambito uno dei filoni che sta prendendo sempre più piede è quello dei cosiddetti "Smart Beta". Sono dei prodotti che vanno a replicare degli indici costituiti in modo differente da quelli standard. Quando parliamo di standard parliamo generalmente di indici a capitalizzazione di mercato, quindi indici dove la chiave del prezzo diventa il fattore essenziale per la ponderazione. Lo Smart Beta offre indici che sono ponderati su fattori diversi. Come già detto, uno dei fattori che noi consideriamo interessante, tramite la struttura dell'ETF, per l'esposizione all'equity è quello del dividendo.
Come si colloca il mercato italiano degli ETF rispetto a quelli stranieri?
Nel nostro Paese il mercato è sicuramente in crescita. Come tutto quello europeo non ha ancora una maturità rispetto agli USA, dove il mercato ETF è nato e dove continua a prosperare. Proprio per questo può essere un'ottima occasione di investimento e di educational, in termini di quello che si può fare con gli ETF, proprio perchè il trend di crescita di questo mercato è costante, e sempre più investitori cercano soluzioni alternative (come quelle dello Smart Beta).
Quando parlo di mercato ancora non maturo intendo dire in termini positivi che è un mercato che accetta volentieri le novità, e che queste ultime faranno crescere il mercato stesso. E, probabilmente, nei prossimi anni lo porteranno a maturazione.
Come operate strategicamente?
Noi lavoriamo essenzialmente con due marchi: Boost e WisdomTree Europe. Con il primo (di proprietà WisdomTree) lavoriamo con prodotti ETC ed ETN, dove la maggior parte di questa offerta è a leva. Crediamo in Boost e lavoreremo per portare nuovi sottostanti in questa struttura e sotto questa esposizione perchè sempre più investitori utilizzano la leva per diversificare il proprio portafoglio.
Siamo in un contesto di mercato dove la maggior parte delle asset class continuano ad avere una correlazone molto forte, e alcune delle decorrelazioni storiche di mercato sembrerebbero andare a cessare. Ricordiamoci della crisi del 2007-08, in cui una delle asset class più ricercate era l'oro, considerato bene rifugio per eccellenza, e poteva permettere sia di fare un edging sul portafoglio sia di proteggersi dal'inflazione, a differenza della valuta. Oggi tra tutte le asset class la correlazione sta aumentando e l'unico modo, probabilmente, per essere realmente decorrelati dal mercato è quello di investire short. Non in termini di speculazione ma di copertura. Con la struttura degli ETC ed ETN è possibile farlo, soprattutto considerando fattori di leva maggiori, poichè questi ultimi agiscono mglio ad agire in preservazione di capitale. Questo significa per alcune asset class che abbiamo replicato tramite i nostri prodotti, utilizzare un terzo del capitale con leva tripla per andare a proteggere parti del portafoglio. La protezione può essere importante perchè molte volte in fase di incertezza di mercato tra tutte le asset class - azionario, commodity, obbligazionario e valute - non sempre ci è consentito capire il "cosa succederà domani". Nessuno ha la sfera di cristallo ed è ovvio che è sempre più difficile avere la certezza di un trend nei periodi successivi di mercato. Ciò significa che, in alcuni casi, può essere più conveniente non smobilitare la parte del portafoglio che può essere soggetta a stress di mercato, ma coprirla tramite un terzo del capitale e andare ad agire con uno di questi strumenti, proprio perchè non fa marginazione e quindi non c'è una gestione simile a quella dei futures per quanto riguarda la posizione aperta. Può quindi essere più indicata per alcune gestioni, soprattutto quelle che non prevedono l'utilizzo di derivati all'interno delle dinamiche di copertura. Noi continueremo ad espandere questa piattaforma e continueremo ad offrire nuove asset class con nuovi fattori di leva, raccogliendo quelli che sono i desiderata degli investitori che sempre più hanno il timore di quello che accade sui mercati e che hanno la necessità di coprire le esposizioni.
Sempre parlando di strategia, andiamo ad avere sempre più attinenza alle dinamiche della metodologia Smart Beta, proponendo indici che sono ponderati sulla base dei fondamentali e che sono replicati dagli ETF.
Come WisdomTree non siamo soltando una casa di ETF ma siamo anche un creatore di indici, che ponderiamo sulla base dei fondamentali. Questo riteniamo possa essere interessante sulle diverse aree geografiche, specificatamente sull'azionaro, proprio perchè in un contesto in cui i rendimenti sull'obbligazionario sono bassi e c'è un ritorno dell'appetito di rischio, cerchiamo di dare un'esposizione che possa essere conservativa all'equity sulla base del dividendo. Su questa parte dell'offerta continueremo ad espandere la nostra creazione legata agli indici per permettere agli investitori di diversificare il portafoglio nel modo più appropriato che loro possono considerare.
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