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16/03/2016

economia

Adesso e' navigazione a vista

Tra Brexit, riunioni delle banche centrali, accordi tra produttori di petrolio e andamento dei titoli bancari, non mancano certo spunti di riflessione in materia di investimenti

Il team di investimento di Anima SGR, dopo le forti turbolenze di inizio anno e la fase di marcata debolezza delle asset class più rischiose, ha recentemente assistito a qualche schiarita. Ai temi d'investimento di gennaio, se ne sono aggiunti di nuovi: le possibili conseguenze del Brexit, l'indebolimento del quadro macro globale, a partire dallo stato di salute dell'economia americana e ancora l'alta pressione sul settore bancario.
Per quanto riguarda il primo punto, ovvero il rischio politico legato ai rapporti tra Regno Unito e Unione Europea, il team gestionale di ANIMA ritiene che un'eventuale uscita del Regno Unito indebolirebbe il quadro europeo nel suo complesso. L'unica strada per una prosperità di lungo termine consiste del resto nel rafforzare i legami all'interno dell'Europa in direzione di una più stretta unione politica ed economica; tutti i meccanismi che lavorano al contrario sono forieri di indebolimento a medio-lungo termine.
In merito al secondo punto, il rallentamento dei consumi in Usa aveva spinto molti analisti a rivedere al ribasso le prospettive di crescita per gli Stati Uniti, e lo stesso ha fatto l'Ocse, portando le sue stime 2016 dal 2,5% al 2%.

 Ma il mercato del lavoro resta in salute.
Nel frattempo è giunto qualche segnale moderatamente positivo sul fronte delle materie prime, all'indomani dell'accordo siglato dai governi di Russia, Arabia Saudita, Qatar e Venezuela, per tenere la produzione di petrolio ai livelli di gennaio. Lato offerta, pertanto, se rimangono le incertezze legate a un livello di scorte molto elevato, potremmo aver toccato il fondo.
Per quanto riguarda il terzo punto, i titoli azionari bancari sono stati penalizzati dall'ansia per il deterioramento del quadro macro, ma soprattutto dalla consapevolezza che le scelte più aggressive delle banche centrali stanno generando pressioni ribassiste sempre più forti sui profitti.
Emblematico il caso della Banca centrale giapponese (BoJ), che da fine gennaio ha applicato a sorpresa tassi negativi a una porzione delle riserve bancarie per bloccare l'apprezzamento dello yen, con scarsi risultati sui mercati valutari ma con un effetto negativo sui titoli bancari giapponesi.
La novità forse più importante è il cambio di orientamento sulle politiche monetarie, con un tono tornato ad essere di carattere accomodante, per la Federal Reserve solo nelle aspettative, per la BCE nelle dichiarazioni e per la Banca centrale giapponese (BoJ) nei fatti, come accennato.


Maggiore chiarezza si avrà nel mese d marzo, in occasione delle riunioni della Bce (questo giovedì, 10 marzo), della BoJ e della Federal Reserve (15 e 16 marzo). Nell'attesa, la volatilità continua a viaggiare su livelli elevati e gli investitori navigano a vista, pertanto la visione di ANIMA resta nel complesso prudente.
Alla luce della combinazione di fattori descritti e di prezzi più interessanti su molte asset class, il team gestionale di ANIMA ha riportato a neutrale, rispetto al precedente sottopeso, la visione sull'asset class azionaria, e ha ripristinato la preferenza in ambito obbligazionario per la parte periferica a discapito di quella Core. Ancora ha modificato in positivo, dal precedente sottopeso, la visione sui mercati obbligazionari emergenti.

 


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