E se i rendimenti obbligazionari a lungo termine registrassero un rialzo?
Beffy (Exane BNP Paribas): Le misure introdotte dalla BCE sono favorevoli per il mercato creditizio e per le condizioni finanziarie dell'Eurozona. Per il Q2 il rischio è un aumento dei rendimenti a lungo termine dei titoli emessi dai Paesi del G10
La scorsa settimana la BCE ha aperto le danze del Gran Ballo delle Banche Centrali previsto per marzo. Draghi ha superato le aspettative del mercato introducendo una serie di misure per impedire che le banche siano ulteriormente danneggiate dai tassi sempre più negativi. Inoltre, l'acquisto di obbligazioni non bancarie è molto positivo per i mercati creditizi dell'Eurozona. Come era logico attendersi, lo spread dell'indice Markit iTraxx Europe Investment Grade ha registrato una contrazione di 74bp, il maggior ribasso degli ultimi 4 mesi. Questo significativo credit easing dovrebbe rendere più accomodanti le condizioni finanziarie dell'Eurozona e migliorare la trasmissione della politica monetaria all'economia reale. Inoltra, questa mossa segnala che la BCE è pronta ad accollarsi nel proprio bilancio il rischio di credito privato aprendo, dunque, la porta ad un ulteriore ampliamento del tipo di asset ammissibili nel programma di acquisto nel corso dei prossimi anni.

La storia è ben diversa sui mercati valutari: l'accoglienza iniziale alle nuove misure espansioniste della BCE si è affievolita dopo che Draghi ha dichiarato che i tassi potrebbero già aver toccato un floor. A seguito di ciò, l'euro ha registrato un rimbalzo mentre, sui mercati azionari, le società esportatrici sono crollate. Inoltre, il petrolio ha registrato un calo a seguito della pubblicazione, a cura di Reuters, di un report che ha minimizzato la probabilità di un'azione coordinata tra i produttori di petrolio spingendo ulteriormente al ribasso i titoli OIL il giorno della riunione della BCE. In un certo senso ciò evidenzia che gli investitori sono meno condizionati dalle mosse delle banche centrali.
Nonostante ciò, l'insieme delle misure promosse dalla BCE è sicuramente positivo per il mercato, ma potrebbero essere necessari diversi mesi prima che i benefici si materializzino nei mercati finanziari in modo concreto. In particolare, dopo il crollo dei rendimenti dei titoli sovrani ad inizio anno, il rischio è che, a seguito delle diverse riunioni delle banche centrali, si possa assistere ad un rialzo dei rendimenti a lungo termine dei titoli emessi dai paesi del G10 nel Q2. Uno scenario che ricorda quello dello scorso anno, quando il consensus non era stato in grado di anticipare la correzione dei mercati obbligazionari in atto da aprile a giugno. La spiegazione principale che avevamo fornito in quel periodo per stimare il rialzo dei rendimenti obbligazionari della zona Euro era la stagionalità delle emissioni sovrane in Europa.
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