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13/04/2016

economia

Finlandia: la calma prima della tempesta

von Gerich (Nordea): raggiungere qualsiasi crescita significativa quest'anno non sembra realistico e se non si materializzeranno misure reali per spingere la competitività, riconquistare le quote del mercato dell'export perse in precedenza non sembra realistico

La pressione sul mercato dei bond Finlandesi si sta riducendo, ma solo temporaneamente. Il nuovo benchmark a 10 anni è stato emesso, le agenzie di rating hanno concluso il giro di revisioni, mentre l'economia è sorprendentemente cresciuta nel 2015. Nel lungo periodo le previsioni restano grigie.
Le misure per risolvere il problema della competitività della Finlandia sembrano troppo deboli per produrre risultati significativi, persino la loro concretizzazione appare ancora incerta, mentre la capacità del governo di implementare altre riforme risulta compromessa. La pressione sulle emissioni è calata per un po' quando è stato lanciato il nuovo benchmark a 10 anni all'inizio di questo mese. Questa volta lo spread più interessante è stato sufficiente per attrarre ordini per più di 8 miliardi di Euro su un'emissione di 4 miliardi.
In altre parole, i bond finlandesi continuano a trovare domanda, fintanto che il pricing sembra sufficientemente attraente. Sul fronte politico, nonostante numerose difficoltà, le negoziazioni tra le controparti del mercato del lavoro circa le riforme procedono.

Di conseguenza, il governo ha abbandonato i suoi piani per spingere la competitività attraverso la legislazione, il che ha ridotto il rischio di agitazioni e scioperi nel breve.
Il programma esteso di acquisto di obbligazioni da parte della BCE dovrebbe essere di aiuto al mercato obbligazionario finlandese, considerando che le sue dimensioni rispetto all'economia restano ben al di sotto della media dell'Eurozona. La pressione sui bond finlandesi calerà per un po'. L'allargamento dello spread cui abbiamo assistito lo scorso anno si arresterà temporaneamente con buona probabilità nei prossimi mesi.
Le previsioni, tuttavia, restano molto preoccupanti e le obbligazioni finlandesi potrebbero risentire di una maggiore pressione nella seconda parte dell'anno. Il patto sociale è diventato quasi un'ossessione per il governo, che ha fatto alcune promesse sulle future politiche fiscali ed ulteriori riforme al mercato del lavoro per facilitare la negoziazione. In altre parole, sembra che il governo abbia in parte compromesso il programma della riforma del lavoro per cercare di concretizzare il patto sociale.

Ciò potrebbe costituire un prezzo accettabile, se il patto sociale fosse all'altezza del suo nome. Sfortunatamente sembra che non sarà nulla di più di un modesto tentativo di migliorare la posizione di competitività dei costi delle industrie finlandesi. Ogni miglioramento sarebbe naturalmente benvenuto nell'attuale contesto.
A giudicare da come sono state portate avanti le negoziazioni, tuttavia, resta un rischio considerevole che persino la versione edulcorata del patto cada o si indebolisca ulteriormente. Mentre il PIL è cresciuto dello 0,2% nell'ultimo trimestre 2015, i dati diffusi sul mese di gennaio sono stati tremendi, anche se bisognerebbe sempre essere cauti con i dati economici mensili (e persino con quelli trimestrali) della Finlandia. In modo particolare i dati sull'export sono stati molto preoccupanti. Il trend punta chiaramente verso il basso e non ci sono segnali di ripresa in vista.
Raggiungere qualsiasi crescita significativa quest'anno non sembra realistico e se non si materializzeranno misure reali per spingere la competitività, riconquistare le quote del mercato dell'export perse in precedenza non sembra realistico.



Anche le previsioni di lungo periodo sembrano sfidanti. Il protrarsi di un rendimento economico debole e altre difficoltà nell'implementazione di riforme strutturali continueranno a creare pressione sul rating del credito finlandese. Sia Moody's che Standard & Poor's si aspettano di vedere una ripresa della crescita ed hanno ancora fiducia nella capacità del sistema politico finlandese di implementare le riforme. Entrambe le agenzie probabilmente abbasseranno il rating della Finlandia entro l'anno. Mentre nel caso di Moody's un downgrade da AAA potrebbe essere visto come un allineamento con gli altri, quello di S&P's a AA potrebbe essere vissuto in maniera più negativa.

Jan von Gerich, Chief Strategist di Nordea


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