Dal business travel agli acquisti occasionali fino all'e-procurement attraverso carte virtuali: sono molti i fattori critici che le imprese devono affrontare per ottimizzare i costi. Il risparmio attraverso trasparenza, sicurezza e controllo è la soluzione
Il Travel Management è da qualche tempo sotto l'occhio delle imprese. Ma non è il solo pain point dei controller aziendali. In un'economia globale in congiuntura di contrazione, il contenimento dei costi è diventato una delle priorità, mettendo come priorità essenziale anche altre attività aziendali, come gli acquisti non strettamente legati alla produzione ma che tanto peso hanno sui bilanci. Indipendentemente dalle dimensioni delle imprese. Per questo sono sempre più essenziali piattaforme che consentono controlli, trasparenza e semplificazioni delle transazioni. Ne abbiamo parlato con Diane Laschet, Amministratore Delegato di AirPlus Italia.

Come si è evoluto il marketing del business travel in Italia?
Possiamo affermare che in questi anni è sicuramente cresciuto, anche se in modo non sostenuto. Nel nostro ultimo Travel Management Study abbiamo rilevato che la crescita è stata contentuta nel 2015, ma c'è ottimismo nelle aziende sul fatto che il numero dei viaggi d'affari cresca un modo importante già dal 2016. Questo ci sembra un segnale positivo per il Paese. Nel contempo, però, i travel manager italiani non prevedono in proporzione la crescita del volume di spesa, che significa un numero maggiore di viaggi, domestici e internazionali, pagando meno. Cioè viaggiando meglio e acquistando i biglietti per tempo come forma di risparmio: gli italiani sono diventati molto bravi a comprare anticipatamente i biglietti, garantendo alle aziende la possibilità di risparmiare. Oppure per spostamenti locali adottando il treno o un vettore low cost. Tutto ciò in funzione di una maggiore attenzione ai costi.
Quali sono le vostre strategie?
Per il mercato italiano senz'altro quelle di continuare a focalizzarci sul business travel, che è il nostro pane quotidiano. Noi conosciamo molto bene le dinamiche aziendali, cerchiamo di risolvere con i nostri prodotti i pain point (punti di criticità) dei travel manager e delle aziende, in particolare quelli che possono essere amministrativi o di riconciliazione delle varie spese, che potrebbero essere facilmente uploadabilibili nei sistemi delle aziende tramite delle interfacce, che noi supportiamo per fare. Continueremo a fare moltissima formazione alle imprese: oltre a fornire il prodotto cresciamo quindi insieme, insegnando alle aziende come utilizzarlo al meglio. In più ogni anno raccogliamo i pain point sia attraverso il Travel Manager Study internazionale, sia attraverso momenti di incontro con le aziende. Stiamo quindi costantemente aggiornando il nostro prodotto affinchè soddisfi ogni esigenza man mano che si presenta. Una delle sfide che i travel manager devono affrontare oggi è dare ai viaggiatori non solo strumenti di prenotazione ma anche di pagamento, di comunicazione e altri tool di gestione delle trasferte che si integrino nelle policy aziendali.
Per esempio, abbiamo visto che oggi il mercato richiede di poter pagare gli hotel in modo virtuale (come con la nostra A.I.D.A. - acronimo di AirPlus Integrated Data Management - e generata dal sistema di pagamento centralizzato AirPlus Company Account) e noi stiamo integrando il nostro prodotto in modo che l'azienda possa pagare in modo trasparente: al checkout l'utilizzo della carta virtuale consentirà di pagare il conto in un'unica soluzione che poi però si rileverà nell'estratto conto generalizzato aziendale.
Quali sono i punti salienti del Travel Manager Study 2016? Ci sono grandi differenze tra l'Italia e gli altri Paesi?
Abbiamo analizzato 24 Paesi in tutto il mondo, tra cui l'Italia e anche alcuni emergenti. A livello internazionale i travel manager prevedono una possibile diminuzione del numero dei viaggi rispetto agli anni passati (dal 35% nel 2015 al 31%), ma al contempo prevedono una spesa superiore (41%). In Italia invece siamo di fronte ad una situazione esattamente contraria, in cui le aziende prevedono un numero maggiore di viaggi - per andare alla ricerca di nuovi mercati, per operare in altri Paesi ecc. - però spendendo meno e meglio. Il 39% degli intervistati ne prevede infatti un aumento numerico (circa il doppio rispetto al 2015). Inoltre, un travel manager su quattro (25%) è convinto che l'attuale situazione economica avrà effetti positivi sui viaggi d'affari. Una percentuale in crescita dell'1% rispetto allo scorso anno e di 5 punti percentuali più alta rispetto alla media mondiale.
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