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20/04/2016

economia

L'impeachment potrebbe cambiare le sorti del Brasile

Boye (Saxo Bank): la posizione della Rousseff è sempre meno sostenibile al rafforzarsi delle proteste. Un cambio di governo potrebbe cambiare il destino di un'economia in difficoltà. La stabilizzazione politica abbatterebbe il rischio di default obbligazionari

Il Brasile si è trovato al centro di una tempesta perfetta nel corso degli ultimi due anni, dallo scoppio degli scandali di corruzione che hanno colpito il governo, affondando le proprie radici fino alla Presidenza con l'apparente coinvolgimento di Dilma Rousseff.
La Rousseff, recentemente riconfermata, deve la sua prima elezione al forte sostegno del presidente uscente Lula, mentre prima del 2011 aveva presieduto il consiglio di amministrazione della statale Petrobras (un focolaio di corruzione) per quasi un decennio.
Proprio mentre l'intera economia brasiliana risentiva dell'impatto di questo crescente scandalo, scivolando in recessione, il pesante crollo dei prezzi delle materie prime e, in particolare del petrolio, ha aggiunto la beffa al danno, per un Paese che sta ormai affrontando la sua peggiore crisi economica degli ultimi decenni.
Le autorità sono state sorprendentemente irremovibili nell'intolleranza verso la corruzione e lo scandalo ha raggiunto il suo apice con la richiesta di arresto dell'ex presidente Lula all'inizio di questo mese.

Tuttavia, quando lo scandalo ha minacciato di coinvolgere anche il suo predecessore, la Rousseff si è affrettata a restituire i passati favori, invitando Lula a unirsi al suo gabinetto.
Per gli elettori brasiliani, questa mossa politica protettiva e altamente controversa potrebbe essere stata l'ultima goccia, scatenando manifestazioni e proteste, mentre la piazza richiede ormai a gran voce l'impeachment del presidente. Il ritiro del PMDB, il più grande partito politico del Brasile, dalla coalizione di governo ha ulteriormente alimentato le speranze di un impeachment che, a sua volta, dovrebbe aprire la strada ad un nuovo governo orientato alle riforme e più apprezzato dal mercato.
Gli investitori brasiliani si sono così trovati sbalzati su e giù da un ottovolante, toccando un picco di panico lo scorso autunno, quando il CDS brasiliano ha raggiunto i 550 bps.
Anche se le prospettive economiche rimangono tutt'altro che rosee per il futuro, la potenziale rottura con un regime politico multidecennale di corruzione, potrebbe essere una pietra miliare per l'economia in difficoltà. Inoltre, anche diversi fattori esterni potrebbero prendere la giusta direzione, mentre i timori di aggressivi rialzi da parte della Fed si sono placati e i prezzi delle materie prime (tra cui il petrolio) si sono stabilizzati.



Gli asset brasiliani, tra cui Banco do Brasil, sono rimasti tutt'altro che indifferenti alle agitazioni del mercato, reagendo in modo importante ai recenti sviluppi. Tuttavia pensiamo che ci sia del potenziale per un'ulteriore ripresa, al calare del rischio di default dovuto al ritorno dell'ottimismo. L'obbligazione subordinata di Banco do Brasil con scadenza 2022 (denominata in USD) rende attualmente il 7,7%, contro il 5,5% del titolo di stato brasiliano a 10 anni (denominato in USD).
Tuttavia, tutto dipenderà dalle sorti della stabilizzazione politica e, ancora di più, dall'uscita di scena del presidente Dilma Rousseff. Anche una possibile inversione del recente recupero dei prezzi delle materie prime presenterà un rischio per le ancora fragili prospettive dell'economia brasiliana.

Michael Boye, Fixed income Trader Saxo Bank


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