Mobile, programmatic, Big Data sono i driver del settore, che richiede qualità e rispetto verso i consumatori. Forse si ha esagerato, ma i contenuti gratuiti sono pagati dalla pubblicità
La pubblicità digitale vale già il 30% del mercato complessivo e oggi qualsiasi strategia di comunicazione non può prescindere dal digitale. Abbiamo intervistato Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia, per capire quali sono le frontiere del digitale oggi, ma anche quali sono le criticità da evitare e le opportunità ancora da cogliere.
Cosa sigifica il digitale per Iab?
Per noi digitale vuol dire relazione, poter parlare con le persone, nel momento in cui a quelle persone interessa quel tipo di messaggio. Vuol dire andarle a cercare in momenti della loro giornata in cui sono più propensi a ricevere un messaggio di comunicazione rispetto ad altri.
Com'è il mercato?

Il mercato dell'online in Italia è in crescita per il settimo anno consecutivo. Questo è un dato confortante e nel 2015 è cresciuto a due cifre, con un valore complessivo di 2.15 miliardi di euro, che rappresenta circa il 30% del totale investito del mercato dell'advertising.
E' un valore importante perché questa crescita traina di fatto tutta l'industry della pubblicità. Il digitale oggi è al centro di tutte le strategie di comunicazione e in qualche modo crediamo che possa fare bene anche a quei media che in questi ultimi anni hanno sofferto maggiormente.
Quali sono i driver di questo mercato?
I driver di questa crescita sono Mobile, programmatic, Big Data e i video. Il mobile, proprio perché crediamo nell'importanza strategica, abbiamo realizzato un seminar dedicato per raccontare quali sono le opportunità per continuare a crescere. Il programmatic ci permette di andare a scegliere di consegnare un messaggio preciso ad una determinata persona. Big Data è una parola abusata in questo momento, tutti stanno sforzandosi a raccogliere tantissimi dati, ma la sfida sarà capire cosa fare di tutti questi dati. Noi di IAB diciamo che da questi dati bisogna ricavare degli "small clusters", che significa essere capaci di individuare degli insight su cui costruire dei messaggi di comunicazione pertinenti e rilevanti per le persone in quel preciso momento.
Da una comunicazione massificata e generalista che potrebbe interessare o meno il consumatore che ne fruisce si passa a messaggi più di servizio e che possono davvero utili per le persone che ne stanno fruendo. Una comunicazione che si eleva ad un livello superiore e a livelli di engagement e relazione con gli utenti mai visti prima.
Cosa può fare un'azienda oggi per incontrare i clienti online?
Oggi le possibilità che hanno le aziende per poter interagire con i propri clienti e consumatori sono infinite. In alcuni casi sono anche troppe, e tutto questo eccesso di potere alle volte spaventa e li immobilizza. Questo è uno dei motivi per cui si fanno sempre le poche cose si sono sempre fatte al posto di passare al digitale.
Tante possibilità, ma sono tutte opportunità?
Si rischia spesso di essere invasivi e sfruttare troppo questo eccesso di multicanalità e si rischia di rovinare l'esperienza per l'utente. Se posso consigliare alle aziende un approccio è quello di partire andando ad individuare il target a cui si rivolge, conoscerlo bene. Oggi le fascie di età sono meno distinguibili. Alle sfilate di moda di Pitti si parlava di "genderless": oggi è impossibile definire le persone in base al genere e infatti si vestono allo stesso modo. Ma è difficle distinguerle anche per età, perché ci sono persone di 70 anni che si comportano e vestono come ragazzi di 25. Questo nuovo approccio al target rende tutto più complicato e bisogna capire qual è lo stile di vita e le abitudini delle persone che vogliamo intercettare.
Il digitale ci permette di clusterizzare, come si dice in gergo, le persone in base ai comportamenti. L'online è in grado di valutare le persone e trovare dei comportamenti specifici pertinenti. In base a questo, è possibile inviare il messaggio più corretto alle persone e chi lo riceve è più propenso a fare un'azione e interagire con la marca in maniera più diretta e più piacevole.
Qualità: è ancora premiante?
Il digitale oggi, grazie alla qualità della banda sia mobile sia fissa, permette davvero di diffondere messaggi ad un livello qualitativo altissimo, normalmente superiore a quello che si poteva immaginare qualche anno fa. La qualità del messaggio oggi deve essere adeguata al mezzo che lo diffonde. Qualità non solo tecnica, per usare una parola tecnica "crafting", ma anche qualità del messaggio e dell'idea creativa. Le persone spendono la maggior parte del loro tempo con il proprio smartphone passando da un pagina all'altra, da un social all'altro, e passano da video ad articoli e la comunicazione deve essere in grado di intrattenere le persone.
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo
