E' sempre Italia contro Germania
Il libro di Francesco Cancellato prova a spiegare come tra i due Paesi debba crescere la collaborazione e non la diffidenza. I tedeschi non devono essere il nostro "nemico" di turno per mascherare l'incapacità di valorizzare le nostre potenzialità. Intervista all'autore
Uno spettro si aggira per l'Europa. È la germanofobia, la paura per i tedeschi, per la loro ideologia del rigore, le lettere da Bruxelles, i compiti a casa, la fine della crescita a debito. Sono sempre più, in Italia e in Europa, quelli che pensano che se non dovessimo sottostare ai patti scellerati firmati a suo tempo tra Maastricht, Schengen, Bruxelles e Strasburgo staremmo molto meglio.

Francesco Cancellato, Direttore de linkiesta.it, ha appena pubblicato "Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione" (Università Bocconi Editore 2016), prova a mettere in dubbio queste certezze: cosa potrebbe succedere grazie alla Germania, mentre siamo impegnati a fare della Germania il bersaglio di ogni nostra frustrazione? E se la via che ci indicano i tedeschi fosse davvero quella da percorrere? E se quello che crediamo essere il nostro nemico fosse in realtà un gigantesco alibi?
"Il libro parte da Berlino, il 9 novembre 1989, nella notte in cui cade il Muro e in cui la Germania ricomincia a costruire la sua inesorabile egemonia su tutto ciò che lo circonda. Un'egemonia fatta di leader politici come Helmut Kohl, Gerhard Schroeder e Angela Merkel, la cui qualità nessun altro Paese è in grado di vantare, e delle loro scelte, sovente coraggiose e lungimiranti" ci racconta l'autore.

"Il Fattore G, che dà il titolo al libro, è proprio quell'addendo in più di cui potremmo giovarci se invece di contrapporci alla Germania finissimo per contaminarci un po' di più - afferma Cancellato - o a riconoscere le contaminazioni che già esistono ed esaltarle nel contesto della nostra strategia di crescita, dalla nuova manifattura italo-tedesca alla medesima istanza di emanciparci dalle fonti energetiche fossili, dalla possibilità di un esercito europeo al bisogno di trovare una nuova strategia per fronteggiare, contemporaneamente, l'immigrazione e la crisi demografica. Sino, in ultimo, alla necessità di far parte di un'unica Europa, politica e federale".
Come è nata l'idea del libro?
Credo che il più grande difetto del nostro Paese sia l'auto-indulgenza. Sappiamo valorizzare pochissimo le nostre enormi potenzialità, ma nello stesso tempo tendiamo a nascondere i nostri difetti dietro a un alibi, o a un nemico. Quell'alibi, o nemico, oggi si chiama Germania. Alternativamente la minaccia che vuole conquistarci tutto, o l'egemone riluttante che non vuole prendersi le sue responsabilità. Tutto il contrario di tutto, insomma. Abbastanza per provare a mettermi nei panni di un tedesco e di capire il suo punto di vista. Il risultato è nel libro.
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