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15/06/2016

economia

La Niña: un sostegno per le commodity agricole

Donora (Columbia Threadneedle): il fenomeno produrrà una maggiore variabilità delle condizioni climatiche nell'emisfero nord in estate, durante la fase cruciale della stagione di crescita del frumento, del mais e della soia. Lo zucchero sta diventando "il nemico pubblico numero uno"

Da qualche tempo sostengo che il settore delle materie prime agricole è destinato a registrare un significativo aumento dei prezzi. Dalla Figura 1 si evince chiaramente che il rincaro dei prodotti agricoli è cominciato. L'interrogativo che ci poniamo è se il rialzo sia destinato a proseguire oppure se i prezzi torneranno a scendere una volta avviate le colture nell'emisfero settentrionale. A nostro avviso, l'insieme delle condizioni che rendevano il settore interessante è ancora presente e destinato a perdurare per qualche tempo.
I fattori determinanti in questo quadro sono la transizione in atto da El Niño a La Niña, il posizionamento degli investitori, il dollaro USA e i prezzi contenuti. Il più importante di essi è di gran lunga il passaggio da El Niño a La Niña, che produrrà una maggiore variabilità delle condizioni climatiche nell'emisfero settentrionale in estate, durante la fase cruciale della stagione di crescita del frumento, del mais e della soia. Maggiore variabilità significa più intemperie, con il rischio di danni ai raccolti in diverse regioni di Stati Uniti, Europa ed ex Unione Sovietica.

Ciò farebbe seguito ai recenti problemi meteorologici che hanno interessato Brasile e Argentina, due paesi intenti attualmente a ridurre, rispettivamente, la produzione di mais e soia.
A oggi il mercato ha sottoponderato o assunto posizioni short sul settore per via della tendenza al ribasso nel lungo periodo; tale posizionamento è stato inoltre sostenuto da un aumento significativo delle scorte e dalle aspettative di un raccolto abbondante nel 2016, tale da mantenere o accrescere questo surplus. Da un lato vi sono molti consumatori con una copertura insufficiente che hanno effettuato acquisti alla giornata. Dall'altro vi è una folla di operatori che sarà costretta a inseguire questi mercati al rialzo.
Se, come prevediamo, quest'anno la Fed attuerà non più di un aumento dei tassi, la forza del dollaro sarà probabilmente moderata, riducendo uno dei maggiori ostacoli degli ultimi anni.
Questo periodo prolungato di prezzi contenuti ha avuto conseguenze importanti, poiché ha favorito una maggiore parsimonia nel processo di produzione, con un uso più accorto di sementi, fertilizzanti, macchinari e un miglioramento delle tecniche di allevamento.

Ciò, a sua volta, contribuisce ad accentuare la contrazione della produzione a fronte di condizioni non ideali e più generalmente nel tempo. Inoltre, la domanda continua a crescere e presenta una discreta elasticità al prezzo, che concorre a riportare l'equilibrio sui mercati. Nel breve periodo siamo ottimisti su farina di soia, frumento, caffè, zucchero e in misura minore mais. In questi mercati le condizioni rimangono favorevoli a rialzo dei prezzi.
Manteniamo invece un assetto da neutrale a ribassista sul bestiame, come avviene ormai da alcuni mesi. Per gli investitori azionari e obbligazionari, i produttori di sementi, fertilizzanti e attrezzature che sono sopravvissuti alle ultime tre annate di magra si ritroveranno probabilmente in un contesto migliore delle attese e dovrebbero evidenziare un minor rischio al ribasso rispetto a prima, e possibilmente un significativo potenziale di rialzo, se le condizioni dovessero persistere. Nel lungo periodo si prospettano alcuni cambiamenti strutturali di crescente rilevanza. Questi sviluppi a lungo termine sono importanti e devono essere monitorati nel medio periodo, ma non si prestano ad essere oggetto di trading nell'immediato:
- Lo zucchero, specialmente quello ad alto contenuto di fruttosio ottenuto dal mais, sta diventando il "nemico pubblico numero uno".



- La Cina sta modificando le modalità di sostegno agli agricoltori, riducendo la sovrapproduzione.
- I biocarburanti, che assorbono il 20% dei raccolti di cereali e semi oleosi, diverranno inutili e politicamente impopolari.
A nostro avviso, l'insieme delle condizioni che rendevano il settore interessante è ancora presente e destinato a perdurare per qualche tempo.

David Donora, Responsabile materie prime presso Columbia Threadneedle


 


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