Dopo la tempesta Brexit piove incertezza
Secondo il Team di Anima la vittoria del fronte del "Leave" nel referendum inglese comporterà mesi di volatilità e incertezza, per il dipanarsi degli impatti economici della decisione del popolo inglese. È uno scenario che suggerisce un approccio tattico e flessibile
Con la tempesta Brexit, dal 24 giugno, si è aperta una fase di incertezza potenzialmente molto lunga. Il referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione Europea ha visto prevalere le posizioni contrarie (ha votato per il "Leave" il 52%), un risultato giunto inaspettato rispetto agli ultimissimi sondaggi, che prevedevano una vittoria di misura della posizione favorevole al rimanere ("Remain") uno dei 28 Paesi della UE. I mercati finanziari hanno reagito in modo molto brusco, preoccupati dal rischio di una crisi finanziaria e, appunto, dall'incertezza sugli impatti economici della Brexit.

La sterlina ha perso molto terreno, in particolare contro il dollaro (arrivando ai minimi degli ultimi 30 anni), così come i mercati azionari europei. A guidare i ribassi sono stati i listini più fragili (Grecia, Italia, Spagna) e a livello settoriale i titoli finanziari. Impatti rilevanti si sono registrati anche nel reddito fisso, con un "flight to quality" che ha spinto ancora più in basso i rendimenti decennali dei Treasury americani al 1,445% e i Bund tedeschi al -0,127% e spinto di converso verso l'alto lo spread sui titoli governativi della periferia e sui corporate.
Queste reazioni sono coerenti con quelle ipotizzate da Anima nell'ambito degli stress test effettuati pre-Brexit dal risk management. Ai forti ribassi dei primi giorni post Brexit è seguito un parziale rimbalzo dei listini, anche in attesa delle reazioni dei principali attori europei.
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