Si fa interessante il debito dei mercati emergenti dopo il voto in UK
Drijkoningen (Neuberger Berman): grazie alle politiche monetarie di Fed, BCE e BoJ si è creato terreno fertile per una ricerca continua di rendimento che potrebbe favorire ulteriormente gli asset emergenti
A seguito del voto a favore della Brexit, gli spread sui titoli di Stato dei mercati emergenti si sono divaricati di circa 30 punti base, con l'effetto maggiore che si è sentito sui mercati dell'Europa centrale e dell'est. In mercati relativamente sicuri come la Corea del Sud, la Tailandia e la Repubblica Ceca, i rendimenti dei tassi sono inizialmente scesi mentre erano in positivo fino a 25 punti base in Paesi più rischiosi ed esposti come il Sud Africa, la Polonia, l'Ungheria e la Turchia. Le valute sono scivolate in modo più significativo, con quelle dell'est Europa che hanno perso tra il 2 ed il 4% poco dopo il risultato del referendum.

Tuttavia, nel frattempo, molta dell'iniziale avversione al rischio è stata eliminata dal mercato; l'impatto più duraturo è stato sui rendimenti obbligazionari dei mercati sviluppati core e sulle previsioni dei tassi d'interesse, dato che le attese riguardo alla crescita mondiale sono calate. I futures dei Fed fund stanno spostando le attese di un rialzo dei tassi direttamente al 2017 e, grazie alla politica monetaria della Bce e della BoJ, che restano accomodanti, si è creato terreno fertile per una ricerca continua di rendimento che potrebbe favorire ulteriormente gli asset emergenti.
Nel corso dell'anno sosterremo che l'impatto economico dei legami con il commercio britannico sia relativamente limitato e nel giro di due anni sarebbe realistico presumere che almeno parte se non la gran parte dei legami commerciali del Regno Unito con i mercati emergenti sarà ristabilita e la razionalità avrà la meglio.
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